Titolo: Una notte di ordinaria follia
Autore: Alessio Filisdeo
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Pagine: 70
Ebook: €2.99
Sito
Autore: Alessio Filisdeo
Editore: Nativi Digitali Edizioni
Pagine: 70
Ebook: €2.99
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Trama: Manhattan: risvegliatasi nel bel mezzo di Central Park, una caparbia killer a contratto scopre di aver mancato clamorosamente il suo ultimo bersaglio. Non solo ha fallito, ma a stento ricorda quello che le è successo negli ultimi giorni. E le cattive notizie non sono ancora finite: uno sfacciato diciassettenne le confessa candidamente di averla uccisa pochi istanti prima. Il resto è... complicato.Tra night club, società segrete, improbabili complotti e sparatorie a cielo aperto, benvenuti alla notte delle notti! In compagnia dell'irriverente vampiro Nik, della mafia russa e di galloni di sangue caldo!“Una Notte di Ordinaria Follia” di Alessio Filisdeo, autore di “Le Memorie Oscure”, ci presenta un XXI secolo in salsa gotica, tra pulp e umorismo nero, mischiando insieme generi differenti e mantenendo un ritmo di narrazione serrato: sembra un cocktail, ma si “beve” come uno shot.
Recensione:
Se si dovesse descrivere questo
racconto in una sola parole sarebbe: movimentato.
La storia inizia con una giovane donna morta. O forse sarebbe meglio
dire non morta. Solo che lei non lo sa ancora di essere una vampira, né che i vampiri esistano, ma soprattutto non sa che il destino ha
voluto che il vampiro che la trasformasse fosse un ragazzino tanto
insopportabile di nome Nik.
Da umana per vivere uccideva le
persone su commissione, solo che il suo ultimo incarico, cioè Nik, non è andato
esattamente come sperava e ora si trova a dover fare i conti con la sua natura
vampira, le avance di Nik e, cosa più importante, cercare di recuperare la sua
memoria per sapere chi l’ha incaricata per far fuori il vampiro. Così, tra
sparatorie, sangue, limousine e molte altre sparatorie, trascorre un’intera
notte assolutamente folle e senza senso. I suoi unici compagni saranno Nik e
Dimitri, un uomo abbastanza grosso e pericoloso da non aver bisogno di essere
trasformato in un vampiro.
Uno degli aspetti più piacevoli
del racconto è l’uso costante dell’ironia, che aiuta a digerire tutti i
morti e le assurde scoperte che vengono fatte, soprattutto considerando che Nik
ha la tendenza a uccidere quasi chiunque e ad inventare piani suicidi. Il trio, poi, è decisamente comico, c’è
la protagonista, cinica, pragmatica e con una divertente vocina interiore, Nik, che dice sempre la cosa sbagliata al
momento giusto, e Dimitri, impassibile anche mentre indossa un detonatore a
pressione. E le scene e i dialoghi che si vengono a creare fanno divertire
parecchio. L’unica cosa che questi tre
hanno in comune è la passione per le armi da fuoco, dalla mitraglietta alla
beretta, dal fucile a pompa a quello a canne mozze. La trama è un susseguirsi di rocambolesche fughe e spargimenti di
sangue ad un ritmo adrenalinico, le sorprese sono sempre dietro l’angolo, non c’è
modo di riprendere fiato, ma solo continuare a correre, in una lotta contro
il tempo prima che sorga l’alba. Un altro aspetto interessante è che, anche se
il racconto è breve, l’autore riesce a toccare tutti gli argomenti considerati
importanti nell'immaginario vampiresco: il cambiamento dell’aspetto fisico, la
possibilità di avere poteri personali e particolari, la verbena, i cacciatori
di vampiri, il sangue dei morti, il contatto con la luce solare. E cita anche opere
sui vampiri. Personalmente ho trovato la trama un poco debole in alcuni punti, soprattutto per il finale poco incisivo.
Lo stile comunque è molto piacevole.
Consigliato sicuramente a chi ama le storie d’azione e di vampiri.
"Non capisco perché Nik sia così incazzato. Dovrei esserlo io, non
lui.
«E va bene, te lo faccio vedere io perché l’ho ucciso!» gli rivolta
la maglia, poi le tasche, poi gli sfila la cintura. Sembra in difficoltà: «Un
attimo solo…» borbotta tastando il cadavere: «E non guardarmi così! Nemmeno
fossi un cazzo di psicopatico! Sto cercando! Aspetta ancora un po’. Sono… sono
sicuro che sia qui da qualche parte, addosso allo stronzo.» Non trova niente.
Si arrende. «Non una parola.» mi fa prima che possa dirgli qualcosa:
«Non-una-par…»"
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