Autore: Giovanni Anastasi
Editore: Acheron Books - 15 dicembre 2014
Pagine: 318
Prezzo: Brossura - € 9,36; Ebook - € 3,68
Trama
A.D. 394.
Milano, la nuova
multietnica capitale dell'Impero Romano, è in grave pericolo.
Cittadini
muoiono orribilmente nel sonno. Oscure presenze vagano nelle necropoli. Una
statuetta, così oscena da essere intollerabile alla sola vista, rievoca
un'antica e maledetta divinità precristiana il cui nome doveva essere dimenticato.
E solo
Severiano, il Cacciatore di Demoni, può affrontare la terribile minaccia.
Fra orrende
riesumazioni, riti di magia nera, possessioni diaboliche, culti ancestrali che
strisciano sotto la cenere del "fuoco purificatore" voluto
dall'Imperatore Teodosio per affermare il Cristianesimo - il divieto di
qualsiasi culto pagano - l'indagine di Severiano lo condurrà fino a un
complotto che può avere conseguenze devastanti per lo stesso Impero, e dietro
il quale sembra nascondersi la divinità Ecate, Regina dei Cancelli della Notte,
padrona di ogni porta dell'universo...
***
Milano, A.D.
394. Aurelio Severiano è stato soldato,
prete e ora è un cacciatore di demoni. Viene convocato a Milano dal vescovo
Ambrogio per un preciso incarico:
“E ora possiamo passare alla ragione per la
quale ho richiesto la tua presenza in questa città, Aurelio Severiano”.
“Ovvero?”
“Demoni, naturalmente”.
Ci sono state
due morti, a distanza di un mese l’una dall’altra, in cui le vittime sono morte
del sonno e sono state ritrovate col volto fisso in un’espressione di orrore.
Il sospetto è che ci sia di mezzo uno stregone e il compito di Severiano è
scovarlo prima che possa uccidere ancora.
Ad aiutarlo ci
sarà Flavio, un giovane schiavo, che
Severiano ha salvato dal rogo proprio il giorno del suo arrivo a Milano.
Luca Tarenzi, che ha pubblicato questo
romanzo sotto lo pseudonimo Giovanni
Anastasi, ha di nuovo fatto centro, per quanto mi riguarda. Insomma, potevo
lasciarmi scappare un romanzo con ambientazione italiana e, oltretutto,
storica? Ok, l’avrei letto lo stesso (perché quando trovi un autore che ti
conquista, senti la necessità impellente di comprare tutto ciò che scrive), ma
è un bel punto a suo favore.
E,
lasciatemelo dire, l’ambientazione è proprio
ciò che ho più amato. Tarenzi ha saputo ricreare tra le pagine la capitale
dell’Impero Romano d’Occidente. Le
descrizioni sono dettagliate, ma mai eccessive o fuori luogo, tutto è
funzionale a rendere tangibile la
Milano in cui si muovono i personaggi. Risulta evidente,
quindi, che dietro c’è stato sicuramente uno studio attento; e infatti dopo
l’epilogo, c’è un breve capitolo inerente proprio ai luoghi e agli edifici
citati nel romanzo.
Va
sottolineato che l’ambientazione accurata emerge anche negli aspetti culturali:
siamo ormai negli anni in cui è il
Cristianesimo a farla da padrone e sono i pagani a essere perseguitati. La
nota vincente è che vengono presentati entrambi
i punti di vista, toccando i più estremisti e intransigenti, ma anche i più
tolleranti. In questo modo non abbiamo solo un punto di vista parziale, ma un
quadro più completo. Non a caso i protagonisti di cui abbiamo il punto di vista
sono Severiano, un cristiano, e Flavio, uno schiavo pagano.
E
proprio per questo è sempre presente è
la tensione tra cristiani e pagani nel romanzo, si sente a ogni pagina:
dopo anni di persecuzione sono i primi ad avere la meglio e non si tirano
indietro dal rivalersi di questo potere.
La storia si ripete sempre, in fondo,
dato che imparare dal passato non ci riesce proprio bene. Non per niente, pur
essendo molto lontano storicamente, e pur essendo un romanzo fantasy, ho
trovato molto attuali le tensioni rappresentate; si prova quasi un senso di
déjà-vu ed è piuttosto triste, se ci pensiamo.
Tralasciando
le mie riflessioni, mi ha colpita la
scelta del periodo storico, soprattutto perché, per quanto mi riguarda,
quando penso all’Impero Romano tendo a riferirmi ai secoli pagani ed è stato
particolarmente stimolante ritrovare un aspetto che di solito non considero (Scusami, Impero Romano d’Occidente!).
I
personaggi sono ben caratterizzati e ho
amato particolarmente Severiano. Potrebbe sembrare il classico personaggio
tenebroso e misterioso, ma è molto di più. Oh, davvero molto di più. Nel corso
del romanzo ci viene svelato man mano il suo passato, rendendolo sempre più
sfaccettato. Anche se… poveraccio. Mai ‘na gioia per Severiano.
Poi è miope. Ok, lo sta diventato con l’età mentre io ho ricevuto la
mazzata da adolescente, ma ero lì che “I feel you, Severian.” e ho avuto un
momento di amore per i miei occhiali (grazie
di esistere, occhiali miei!). E niente, avere un personaggio con un difetto così semplice e comune, mi è
piaciuto.
E
Flavio è la tenerezza. È giovane,
impulsivo e innamorato. Lui e Severiano
si contrappongono in tanti modi, dal credo religioso al carattere. E
proprio per questo sono un team vincente e assistere allo sviluppo della loro
amicizia è stato davvero bello.
In
realtà, ho apprezzato anche i personaggi
secondari. Persino il personaggio che poi si è rivelato il “colpevole”. Un
momento prima ero tutta “Awwww, I love you!” e quello dopo “WHY?! ç___ç”, mi ha
spezzato il cuore.
*Angharad che sgrida Lei-sa-chi*
Il
mistero al centro del romanzo è davvero ben strutturato e avvincente (demoni e
impero romano, una combo!) e vengono forniti gli elementi necessari a
risolverlo prima dei protagonisti, anche se fino all’ultimo ho sperato di
essermi immaginata tutto, lo ammetto. Tuttavia, alla fine non manca il plot twist, che è davvero inaspettato. Well done.
Insomma,
non c’è una cosa che non mi sia piaciuta in questo romanzo e spero di avervi
convinti a leggerlo. Perché dovete
leggerlo.
E io ho bisogno di un altro romanzo su
Severiano, se possibile. *lancia frecciatine poco velate*
Ce l'ho in wishlist! Adoro Tarenzi, e non vedo l'ora di leggere anche questo romanzo ^_^
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