Buongiorno, cari lettori :-)
Oggi vi parlo del secondo volume di una serie per ragazzi scritta da Alessandro Gatti con il particolare pseudonimo Irene Adler: Sherlock, Lupin & io. Vi ho già recensito il primo libro Il trio della Dama Nera (qui trovate il post) e adesso è giunta l'ora di tornare nelle atmosfere giallo-avventurose descritte dal talentuoso autore in Ultimo atto al Teatro dell'Opera, una storia che sa divertire i più giovani e allietare i più anzianotti!
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Autore: Irene Adler
Editore: Piemme
Collana: Il Battello a Vapore: Sherlock, Lupin & io
ISBN: 978-8856644708
Prezzo: € 16.00/9.90 (cartaceo) - € 4.99 (ebook)
Pagine: 277 p.
Genere: Romanzo
Sottogenere: Narrativa per ragazzi (10+)
Anno di pubblicazione: 2015
Trama
Irene, Sherlock e Lupin hanno appuntamento a Londra. Ma Lupin non si presenta: suo padre Théophraste è in arresto, accusato di furto e dell'omicidio di Alfredo Santi, segretario del grande compositore Giuseppe Barzini. I ragazzi avviano un'indagine per scagionarlo e il salvataggio della celebre soprano Ophelia Merridew nel sordido quartiere di Bethnal Green è solo il primo dei colpi di scena che condurranno Sherlock e i suoi amici a smascherare il più insospettabile dei colpevoli.
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La mia recensione
Adoro le storie per ragazzi e quando trovo una serie che mescola mistero, giallo e amicizia che rende protagonista questa età piena di fascino, magia e curiosità mi ci butto a capofitto. E così, dopo aver letto e apprezzato Il trio della Dama Nera, primo volume della serie Sherlock, Lupin & io scritta da Alessandro Gatti sotto lo pseudonimo Irene Adler, ho deciso di proseguire quanto prima la lettura delle avventure di questi tre personaggi formidabili: Ultimo atto al Teatro dell’Opera.
Questo secondo romanzo mi è piaciuto molto, più del primo, perché la parte riguardante il mistero è, secondo me, meglio approfondita e architettata, sfoggia maggior fascino e incuriosisce senza sosta. In più, i personaggi già si conoscono e la parte introduttiva della serie è ormai acqua passata, c’è più confidenza, più spontaneità, più affiatamento; in questo libro si tratta di un vero e proprio trio collaudato.
Ritroviamo i nostri qualche mese dopo la fine del precedente volume: l’estate è passata e i ricordi delle loro avventure sono ancora vivide nelle menti dei tre ragazzini, in particolare in quella di Irene che, ribelle e anticonformista, decisa a distinguersi dalla massa di signorine della buona società che la madre continua a propinarle come amiche frequentabili, non vede l’ora di riviverle. Rivedere i suoi amici Sherlock e Lupin è al momento il suo più grande desiderio, ma nella realtà sembra impossibile; a dividerli ci sono miglia e miglia e la guerra ci mette lo zampino. Tutto ciò che possono fare è scriversi, ma di certo non basta. Così, quando il padre di Irene decide di lasciare la Francia per trasferirsi momentaneamente a Londra, lei non potrebbe essere più entusiasta e felice, perché significa riabbracciare i due ragazzi. Tuttavia, un evento drammatico sconvolge la loro riunione: il padre di Lupin viene arrestato e accusato ingiustamente dell’omicidio del segretario di un noto compositore. Decisi a svelare la verità, a fare luce sulla vicenda e ad acciuffare il vero assassino, il trio si mette subito in moto e sarà coinvolto in mille peripezie tra le strade frenetiche e vitali di Londra.
Come ho già accennato, ho trovato questo libro migliore del precedente, come se la confidenza instauratasi tra i personaggi si fosse sviluppata maggiormente anche tra l’autore e la sua storia. Il ritmo è più vivace, la prosa più scorrevole, c’è più sintonia tra le varie sequenze e più affiatamento tra i protagonisti. Questo naturalmente ha influito in modo positivo sul romanzo, che risulta più naturale e avvincente e che costringe il lettore a divorare un capitolo dietro l’altro.
Mi piace il modo in cui l’autore ha caratterizzato tutti i personaggi; in questo secondo volume sono tutti più approfonditi, si scoprono più cose del loro passato e vengono a galla piccoli ma importanti segreti. Le descrizioni dei luoghi sono molto curate, precise, a volte un po’ più generiche, ma essendo un libro per ragazzi è un bene, altrimenti la narrazione sarebbe risultata appesantita e il romanzo avrebbe perso parte della sua scioltezza. Certo è affascinante l’ambientazione di questo caso, con un’atmosfera che mescola vita reale e teatrale e rende il quadro generale molto più magico e ricco di carattere.
Il caso da risolvere ha riscontrato il mio favore: semplice ovviamente, essendo scritto per una fascia di lettori molto giovane, ma interessante. Le indagini del trio scorrono in modo piacevole, lo stile non diventa mai pesante e i dialoghi sono sempre funzionali alla trama e mai banali. Forse l’unico elemento che non ho gradito particolarmente è l’inserimento di un pizzico di romanticismo, che magari risulta troppo affrettato e prematuro, ma è una mia impressione; comunque è solo un accenno, niente di più.
Ultimo atto al Teatro dell’Opera è un romanzo godibile e coinvolgente, che prosegue ottimamente la serie di Alessandro Gatti e che può essere letta da grandi e piccini. Se cercate una storia fondata sull’amicizia, sull’avventura, sul mistero e sull’amore per i grattacapi, è sicuramente ciò che fa per voi!
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