Buongiorno amici lettori!
Eccomi tornare qui su IDIB - BE con una nuova recensione. Vi parlerò di Il contatto nazista di Vittoriano Delgado.
Titolo: Il contatto nazista
Autore: Vittoriano Delgado
Editore: Fontana Editore
Pagine: 89
Prezzo: € 4,99 (ebook)
Trama
24 aprile del '45. Berlino brucia, gli Alleati alle porte. In mezzo all'apocalisse, molti nazisti fuggono, come scarafaggi, per salvarsi dal castigo della giustizia umana. Il Capitano della SS, Jhosef Fritz, responsabile del campo di sterminio di Mauthausen e la sua amante, la dottoressa Marlene Schimitz, psicopatica carnefice di ebrei e internati, fuggono verso l'Italia per sottrarsi a giusta condanna. Con un bottino di 28 lingotti d'oro e nuove identità, si nascondono in una villa di Fiesole, in Toscana. È l'occasione per continuare il progetto nazista, è l'occasione per perpetuare l'Orrore! Ed è dunque da Villa Aurora che partirà una scia di sangue che sconvolgerà l'Italia dal '68 al 1985.
"Il contatto nazista" è un mirevole racconto Noir, che fonde fatti tragici realmente accaduti, di storia e di cronaca - la caduta del nazismo e gli omicidi del "Mostro di Firenze" - con una narrativa originale e inventiva; tanto da far sembrare plausibile e credibile la creazione di assoluta fantasia dell'autore.
La mia recensione
Mi trovo piuttosto in difficoltà a recensire questo libro perché francamente è un libro di cui non ho capito il senso. Forse mi aspettavo altro, forse non ho afferrato io il succo di questo romanzo, ma proprio non l'ho capito. E' un racconto a metà tra realtà e fantasia, in cui vengono narrate le vicende di due gerarchi nazisti, colpevoli di crimini deplorevoli, che all'arrivo degli alleati a Berlino riescono a fuggire prima in Svizzera e poi a rifarsi una vita in una villa toscana vicino a Fiesole. Qui la loro sete di sangue e crudeltà trova sfogo in una serie di omicidi che saliranno alla cronaca come i delitti del Mostro di Firenze. Quindi abbiamo tanti fatti storici realmente avvenuti e tra questi una base frutto puramente della fantasia dell'autore. Sinceramente sono argomenti su cui difficilmente mi verrebbe da inventare, episodi talmente cruenti e che hanno colpito così tanto l'Italia dell'epoca ( e di cui ancora non si sa la verità) che usarli in questa maniera non mi è sembrato giusto, anche perché essenzialmente non si crea una vera storia, si attribuiscono semplicemente parte di questi omicidi a persone fanatiche e bestiali. Punto. Non ho trovato nulla. Le vittime poi passano in secondo piano, sono solo numeri e nomi messi uno dopo l'altro. Anche questo non lo trovo giusto, sono persone vere, veramente uccise in modi impossibili da immaginare. La prima idea che mi sono fatta, grazie anche allo stile, è quella di un romanzo senza anima, senza un reale scopo.
Dicevo dello stile. Anche il modo in cui è stato scritto mi ha lasciata molto basita. E' un susseguirsi freddo e spietato di fatti ed eventi, c'è un omicidio dopo l'altro, dando più l'idea di una lista che di un racconto. Il lettore non riesce ad appassionarsi, non riesce neanche ad odiare queste persone spregevoli o ad aver pietà per le povere vittime innocente. La storia ti scorre addosso, senza lasciarti niente. No c'è un attimo di riflessione, un momento di pausa in cui portare il lettore a porsi domande, a riflettere su quello che è accaduto o sul contesto in cui ci si trovava. Fatti e basta. L'idea penso fosse quella di un noir, di un racconto di cronaca nera, ma anche l'orrore che viene raccontato viene buttato là e subito accantonato per quello successivo.
Sinceramente mi spiace, anche perché solitamente sono una lettrice che cerca comunque i punti forti di un libro, non facendomi invece influenzare solo da quelli negativi. Ma qui non ho proprio trovato appigli per fare ciò.
Voto
Alla prossima
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