Titolo: Solo non si vedono i due liocorni
Autore: Amabile Giusti
Editore: autopubblicato
Prima edizione: 21 luglio 2015
Pagine: 238
Prezzo: ebook - € 1,99
Trama
Alice ha undici anni, è una ragazzina riservata che scrive favole e coltiva il desiderio di interpretare la Madonna durante la festa religiosa più importante del paese.
Nico ha quattordici anni, è stato bocciato per l'ennesima volta ed è segretamente innamorato di Mara, una sua compagna di scuola.
Sullo sfondo di un sud geograficamente impreciso ma caratteristico, alla fine degli anni '80, nel corso di un'estate caldissima, nasce e si evolve la parabola di un'amicizia tra due ragazzi diversi tra loro ma accumunati dallo stesso disincanto. Due anime ferite, nonostante la giovane età, ma intensamente coraggiose, che combattono per realizzare i propri sogni e cedono alla vita un tributo d'innocenza in cambio del diritto a diventare grandi.
Una storia delicata, cruda e romantica, dolce e spietata, che parla di amicizia, di amore, di famiglia, di dolore e di speranza.
Autore: Amabile Giusti
Editore: autopubblicato
Prima edizione: 21 luglio 2015
Pagine: 238
Prezzo: ebook - € 1,99
Trama
Alice ha undici anni, è una ragazzina riservata che scrive favole e coltiva il desiderio di interpretare la Madonna durante la festa religiosa più importante del paese.
Nico ha quattordici anni, è stato bocciato per l'ennesima volta ed è segretamente innamorato di Mara, una sua compagna di scuola.
Sullo sfondo di un sud geograficamente impreciso ma caratteristico, alla fine degli anni '80, nel corso di un'estate caldissima, nasce e si evolve la parabola di un'amicizia tra due ragazzi diversi tra loro ma accumunati dallo stesso disincanto. Due anime ferite, nonostante la giovane età, ma intensamente coraggiose, che combattono per realizzare i propri sogni e cedono alla vita un tributo d'innocenza in cambio del diritto a diventare grandi.
Una storia delicata, cruda e romantica, dolce e spietata, che parla di amicizia, di amore, di famiglia, di dolore e di speranza.
***
Ho la certezza che tutti conosciate la canzoncina che, ripercorrendo la biblica vicenda dell'adunanza degli animali sull'arca, racconta come i due liocorni rimasero indietro e mai più furono visti.
Il liocorno è una creatura mitologica che spesso simboleggia la purezza, una purezza che, dal diluvio universale, è andata persa. Il romanzo di Amabile Giusti, autrice della quale abbiamo letto Trent'anni… e li dimostro, custodisce (passatemi il termine) una storia molto simile a quella dei liocorni di Noè: una narrazione intensa su un'innocenza perduta e agognata.
L'atterraggio dalla fantasia alla realtà non fu indolore.
Non lo era mai.
Alice ha undici anni e, quando non è costretta ad aiutare la madre e o a coprire le spalle a Sunny, la sorella maggiore, scrive racconti, racconti che, per un motivo o per l'altro non riesce quasi mai a terminare. Quel pomeriggio era intervenuto il rumore cadenzato di una banda di tamburi, che scortavano tre giganti di cartapesta. Più tardi Sunny le aveva spiegato che era per la festa in onore della Madonna. Per l'occasione una ragazza del paese sarebbe stata messa su una seggiola posta in cima a un'impalcatura altissima e, seduta lassù, avrebbe interpretato la Madonna.
Nico ha appena saputo che ripeterà la terza media, ma non gli importa. Non si preoccupa nemmeno di dirlo al padre, che con ogni probabilità non capirebbe e, in caso contrario, se ne dimenticherebbe in fretta, non prima di averlo punito a colpi di cintura. Nico, il viso livido come quello di un pugile messo al tappeto, ha in mente solo una cosa: raggiungere Mara, che chissà come è diventata sua amica, che è bellissima e lo guarda davvero, ma si preoccupa troppo. Mara che gli ha dato appuntamento in spiaggia.
Prima, però, Nico deve occuparsi dell'impegno che gli ha procurato il padre.
"Dovevi andare al comune!" sbraitò ancora il padre. "Che fai a casa? Sono soldi regalati!"
I soldi sono regalati a patto di girare per le vie del paese, sotto il sole implacabile, indossando un pesante costume da somaro e seguendo la banda che suonava lo stesso motivo ancora e ancora.
Sta cercando di riprendersi dalla canicola, quando incontra Alice e un cane strabico, brutto e assemblato alla rinfusa. Da allora Nico e Alice continueranno a imbattersi l'uno nell'altra: non è strano in un paese come quello in cui vivono, ma tra loro c'è un'affinità sottile e nascosta agli sguardi, un legame che li porta sempre l'uno davanti all'altra.
Solo non si vedono i due liocorni è un romanzo che fin dallo stile dell'autrice, concreto e terreno anche quando Dio viene coinvolto nelle riflessioni dei protagonisti, rivela la propria intensità. Nelle parole di Alice, che conosce i profumi e i cattivi odori delle emozioni e delle persone, traspare la meraviglia per il mondo e, insieme, la speranza che ci sia qualcosa per cui meravigliarsi, ma anche un'incredibile e inaspettata durezza.
Nico ha smesso da tempo di illudersi che ci sia qualcosa di bello, qualcosa per la quale valga la pena cercare di vivere invece di limitarsi a sopravvivere. Gli insegnanti evitano di interessarsi a lui, un ragazzino che non può che diventare un delinquente, se già non lo è. Gli altri adulti raccomandano ai figli di non frequentarlo perché il padre è un criminale e, si sa, la mela non cade lontano dall'albero.
Nico, però, è solo un ragazzino che il padre riempie di botte da quando aveva sette anni e da quella prima volta ha perso l'innocenza che vede negli occhi di Alice.
Era piccola, e sembrava un coniglio impaurito.
Sembrava anche di vetro, no, di cristallo, di quello più sottile, che basta una spinta e grandina cocci.
Gli fece pena.
Non perché fosse un ragazzino portato per la compassione nei confronti degli estranei, ma perché gli ricordava se stesso.
Eppure Alice non se la passa male come Nico. Ha una casa che, anche se non è una reggia e non è pulita, è sicuramente migliore di quella del ragazzo. Non ha un padre, scomparso dieci anni prima, e Chicchina, la madre, ha la reputazione di una poco di buono. Nuovamente incinta, Chicchina non è una donna portata per i grandi discorsi e Alice non riesce che a vedere in lei qualcosa che non vuole diventare. È una donna fatta di immondizia, che non ha cura di sé né volontà, piegata a un destino dal quale non cerca di sottrarsi.
Accanto a Chicchina, ci sono Sunny, la sorella maggiore di Alice, e Rocco, il padre di quest'ultima, un uomo dimesso e di poco polso.
I personaggi secondari hanno tutti, pur nella loro caratterizzazione di persone misere e di pochi, se non bassi, principi, uno spessore tale da divenir centrali nella narrazione. In questo senso è molto importante la figura di don Franco, un uomo di chiesa, ma soprattutto uomo con limiti, ma anche un grande cuore.
Solo non si vedono i due liocorni è un romanzo in cui due storie, tanto crudeli da far nascere il desiderio di fuggire, si intrecciano e fondo fino a diventare una sola. La storia di Nico e Alice, però, non appartiene solo a loro e alla penna della Giusti. Allora occorre guardare e vedere.
A dispetto del dolore e dei temi, Solo non si vedono i due liocorni non è un romanzo delicato, al contrario è crudelmente spietato e vero, prima ancora che realistico. Ho incontrato qualche refuso nella lettura che, tuttavia, non ne viene intaccata e sminuita. La Giusti ha regalato ai lettori un romanzo di grande rilievo e impatto che merita di essere letto e che a buon diritto entra a far parte dei miei preferiti.
Però è vero che a volte la gente è cieca, o forse fa finta di non vedere, perché se vede deve fare e molti hanno paura di fare.
Il liocorno è una creatura mitologica che spesso simboleggia la purezza, una purezza che, dal diluvio universale, è andata persa. Il romanzo di Amabile Giusti, autrice della quale abbiamo letto Trent'anni… e li dimostro, custodisce (passatemi il termine) una storia molto simile a quella dei liocorni di Noè: una narrazione intensa su un'innocenza perduta e agognata.
L'atterraggio dalla fantasia alla realtà non fu indolore.
Non lo era mai.
Alice ha undici anni e, quando non è costretta ad aiutare la madre e o a coprire le spalle a Sunny, la sorella maggiore, scrive racconti, racconti che, per un motivo o per l'altro non riesce quasi mai a terminare. Quel pomeriggio era intervenuto il rumore cadenzato di una banda di tamburi, che scortavano tre giganti di cartapesta. Più tardi Sunny le aveva spiegato che era per la festa in onore della Madonna. Per l'occasione una ragazza del paese sarebbe stata messa su una seggiola posta in cima a un'impalcatura altissima e, seduta lassù, avrebbe interpretato la Madonna.
Nico ha appena saputo che ripeterà la terza media, ma non gli importa. Non si preoccupa nemmeno di dirlo al padre, che con ogni probabilità non capirebbe e, in caso contrario, se ne dimenticherebbe in fretta, non prima di averlo punito a colpi di cintura. Nico, il viso livido come quello di un pugile messo al tappeto, ha in mente solo una cosa: raggiungere Mara, che chissà come è diventata sua amica, che è bellissima e lo guarda davvero, ma si preoccupa troppo. Mara che gli ha dato appuntamento in spiaggia.
"Dovevi andare al comune!" sbraitò ancora il padre. "Che fai a casa? Sono soldi regalati!"
I soldi sono regalati a patto di girare per le vie del paese, sotto il sole implacabile, indossando un pesante costume da somaro e seguendo la banda che suonava lo stesso motivo ancora e ancora.
Sta cercando di riprendersi dalla canicola, quando incontra Alice e un cane strabico, brutto e assemblato alla rinfusa. Da allora Nico e Alice continueranno a imbattersi l'uno nell'altra: non è strano in un paese come quello in cui vivono, ma tra loro c'è un'affinità sottile e nascosta agli sguardi, un legame che li porta sempre l'uno davanti all'altra.
Solo non si vedono i due liocorni è un romanzo che fin dallo stile dell'autrice, concreto e terreno anche quando Dio viene coinvolto nelle riflessioni dei protagonisti, rivela la propria intensità. Nelle parole di Alice, che conosce i profumi e i cattivi odori delle emozioni e delle persone, traspare la meraviglia per il mondo e, insieme, la speranza che ci sia qualcosa per cui meravigliarsi, ma anche un'incredibile e inaspettata durezza.
Nico ha smesso da tempo di illudersi che ci sia qualcosa di bello, qualcosa per la quale valga la pena cercare di vivere invece di limitarsi a sopravvivere. Gli insegnanti evitano di interessarsi a lui, un ragazzino che non può che diventare un delinquente, se già non lo è. Gli altri adulti raccomandano ai figli di non frequentarlo perché il padre è un criminale e, si sa, la mela non cade lontano dall'albero.
Nico, però, è solo un ragazzino che il padre riempie di botte da quando aveva sette anni e da quella prima volta ha perso l'innocenza che vede negli occhi di Alice.
Era piccola, e sembrava un coniglio impaurito.
Sembrava anche di vetro, no, di cristallo, di quello più sottile, che basta una spinta e grandina cocci.
Gli fece pena.
Non perché fosse un ragazzino portato per la compassione nei confronti degli estranei, ma perché gli ricordava se stesso.
Eppure Alice non se la passa male come Nico. Ha una casa che, anche se non è una reggia e non è pulita, è sicuramente migliore di quella del ragazzo. Non ha un padre, scomparso dieci anni prima, e Chicchina, la madre, ha la reputazione di una poco di buono. Nuovamente incinta, Chicchina non è una donna portata per i grandi discorsi e Alice non riesce che a vedere in lei qualcosa che non vuole diventare. È una donna fatta di immondizia, che non ha cura di sé né volontà, piegata a un destino dal quale non cerca di sottrarsi.
Accanto a Chicchina, ci sono Sunny, la sorella maggiore di Alice, e Rocco, il padre di quest'ultima, un uomo dimesso e di poco polso.
I personaggi secondari hanno tutti, pur nella loro caratterizzazione di persone misere e di pochi, se non bassi, principi, uno spessore tale da divenir centrali nella narrazione. In questo senso è molto importante la figura di don Franco, un uomo di chiesa, ma soprattutto uomo con limiti, ma anche un grande cuore.
Solo non si vedono i due liocorni è un romanzo in cui due storie, tanto crudeli da far nascere il desiderio di fuggire, si intrecciano e fondo fino a diventare una sola. La storia di Nico e Alice, però, non appartiene solo a loro e alla penna della Giusti. Allora occorre guardare e vedere.
A dispetto del dolore e dei temi, Solo non si vedono i due liocorni non è un romanzo delicato, al contrario è crudelmente spietato e vero, prima ancora che realistico. Ho incontrato qualche refuso nella lettura che, tuttavia, non ne viene intaccata e sminuita. La Giusti ha regalato ai lettori un romanzo di grande rilievo e impatto che merita di essere letto e che a buon diritto entra a far parte dei miei preferiti.
Però è vero che a volte la gente è cieca, o forse fa finta di non vedere, perché se vede deve fare e molti hanno paura di fare.
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