Titolo: I soldatini del Conte
Autore: Salvatore Cernigliaro
Editore: Lettere Animate
Pagine: 130
Formato: ebook
Prezzo: € 1,49
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TRAMA
In una Palermo martoriata dal caldo estivo e dal traffico senza sosta, due giovani ragazzi spariscono tra i tetri corridoi di Villa Alliata di Pietratagliata, appartenuta tempo prima al Conte Raniero Alliata, detto "il Principe mago". Tocca al commissario Daniele Rinaldi investigare sulla scomparsa dei due ragazzi, andando a invischiarsi in una tela di leggende e personaggi che da millenni rendono Palermo una città sicura dalle forze del male. Dagli eterni protettori del culto del Genius Loci, alla forza invisibile della Santa Rosalia. Tutto questo per evitare il ritorno del Principe mago, così come quello del Re dei Mondi.I soldatini del Conte è un thriller leggero e con ricche sfumature che caratterizzano i palermitani, dai vizi ai pregi. Le leggende della città e la loro magia tentano di attirare il lettore verso un lato di Palermo che in pochi riescono a vedere, cercando di far riemergere il bambino affezionato al mondo della magia.
Cosa ne pensa Fabiola:
Questo libro è stato per me una sorpresa: leggendo la trama mi aspettavo qualcosa di diverso, forse immaginavo un'indagine più seria e incalzante, mentre il libro invece mantiene una certa rilassatezza molto piacevole in alcuni punti, oltre a un'ironia di fondo che aggiunge vivacità alla storia e che ho molto apprezzato.
La prima cosa che tengo a dire è questa: io non capisco per niente il siciliano, ho sempre fatto molta fatica anche leggendo Camilleri (e il commissario Rinaldi mi ha ricordato a tratti Montalbano), per questo alcune frasi mi sono tuttora oscure, ma mi sta bene così perché tutto sommato i dialoghi sono comprensibili anche a una come me (poco intuitiva in questo senso) e perché questo utilizzo del dialetto ha contribuito a rendere bene l'ambientazione, che è uno dei punti di forza del romanzo.
Forse mi sbaglio, perché non sono mai stata a Palermo, ma mi pare che l'autore abbia raccontato una città che ama e che conosce profondamente, una città della quale pare aver catturato l'essenza, nonostante spesso il protagonista ne critichi in modo rassegnato alcuni aspetti come ad esempio il traffico selvaggio.
Anche la trama è ben gestita, cosa non semplice in un giallo. Devo dire che in effetti avevo già in mente la soluzione del mistero prima che questo fosse svelato, ma non è una cosa negativa, perché significa che la soluzione è sensata e non un'idea buttata lì a caso per stupire i lettori.
I personaggi sono ben delineati e la trama è avvincente: invoglia a divorare il libro anche grazie allo stile diretto, che permette al lettore di immedesimarsi ancora di più in questa ambientazione e ai personaggi più o meno strani coi quali Rinaldi si trova ad avere a che fare.
Il modo che ha l'autore di gestire i dialoghi mi è piaciuto molto, peccato però che in qualche parte del libro ci sia qualche piccola imprecisione che di sicuro sarà sistemata nel caso di una seconda edizione.
Sono contenta di aver letto questo libro e spero che in futuro avrò ancora a che fare con questo autore, nel frattempo lo terrò d'occhio.
Questo libro è stato per me una sorpresa: leggendo la trama mi aspettavo qualcosa di diverso, forse immaginavo un'indagine più seria e incalzante, mentre il libro invece mantiene una certa rilassatezza molto piacevole in alcuni punti, oltre a un'ironia di fondo che aggiunge vivacità alla storia e che ho molto apprezzato.
La prima cosa che tengo a dire è questa: io non capisco per niente il siciliano, ho sempre fatto molta fatica anche leggendo Camilleri (e il commissario Rinaldi mi ha ricordato a tratti Montalbano), per questo alcune frasi mi sono tuttora oscure, ma mi sta bene così perché tutto sommato i dialoghi sono comprensibili anche a una come me (poco intuitiva in questo senso) e perché questo utilizzo del dialetto ha contribuito a rendere bene l'ambientazione, che è uno dei punti di forza del romanzo.
Forse mi sbaglio, perché non sono mai stata a Palermo, ma mi pare che l'autore abbia raccontato una città che ama e che conosce profondamente, una città della quale pare aver catturato l'essenza, nonostante spesso il protagonista ne critichi in modo rassegnato alcuni aspetti come ad esempio il traffico selvaggio.
Anche la trama è ben gestita, cosa non semplice in un giallo. Devo dire che in effetti avevo già in mente la soluzione del mistero prima che questo fosse svelato, ma non è una cosa negativa, perché significa che la soluzione è sensata e non un'idea buttata lì a caso per stupire i lettori.
I personaggi sono ben delineati e la trama è avvincente: invoglia a divorare il libro anche grazie allo stile diretto, che permette al lettore di immedesimarsi ancora di più in questa ambientazione e ai personaggi più o meno strani coi quali Rinaldi si trova ad avere a che fare.
Il modo che ha l'autore di gestire i dialoghi mi è piaciuto molto, peccato però che in qualche parte del libro ci sia qualche piccola imprecisione che di sicuro sarà sistemata nel caso di una seconda edizione.
Sono contenta di aver letto questo libro e spero che in futuro avrò ancora a che fare con questo autore, nel frattempo lo terrò d'occhio.
Cosa ne pensa Annie:
Per decidere di leggere o meno questo romanzo, mi sono bastate le prime tre righe della trama. Le storie ambientate a Palermo mi affascinano in un modo che a parole è anche difficile da spiegare. Ho capito subito che avrei dovuto leggere questo libro e non ho aspettato molto per iniziarlo.
I soldatini del Conte è sicuramente un romanzo molto affascinante. Sin da subito sono rimasta coinvolta dalla storia raccontata e indubbiamente l'autore è stato bravo a mixare elementi del giallo e del mistery con gli accenni al mondo sovrannaturale, alle leggende e alla storia della città.
Sicuramente l'elemento prevalente è quello del giallo. Devo ammettere che da questo punto di vista è molto evidente l'influenza di Camilleri sull'autore. Il commissario Rinaldi, il suo team, le dinamiche tra di loro e quelle dell'indagine sono tipicamente montalbaneschi. Devo ammettere che in alcuni punti questo aspetto è molto evidente, e forse all'inizio mi ha fatto anche storcere un po' il naso -sapete che sono una grande fan di Camilleri e soprattutto di Montalbano- ma poco a poco, andando avanti nella lettura, ho preferito concentrarmi sulla storia, che al di là di questi elementi, si dimostra molto interessante.
Sono rimasta rapita dall'intreccio, e sicuramente il ritmo incalzante e lo stile scorrevole hanno contribuito anche a farmi apprezzare questo romanzo anche di più.
Ho ritrovato luoghi e storie della mia città che conosco molto bene, ma ne ho scoperti anche di nuovi. Mi sono lasciata trascinare in questo turbine di elementi reali ed inventati, dal quale, alla fine, è venuta fuori una storia che mi è piaciuta molto.
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