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RECENSIONE: "Il Serpente dorato" di Veronica Elisa Conti



Titolo: Il Serpente Dorato
Autore: Veronica Elisa Conti
Editore: Pegasus Edition
Genere: Thriller
Pagine: 182
Prezzo: € 11,05


Trama:

Stati Uniti, fine anni Quaranta. Indagando sul caso della scomparsa misteriosa della figlia dei ricchi Beaumont, Darrel Faulkner, apatico investigatore privato, si muoverà in un labirinto di falsi medium, parassiti, dolori e ritualità sconosciute. Scoprirà che la vicenda è strettamente legata ad un fatto analogo avvenuto più di un secolo prima: la sparizione del giovane erede della famiglia Mayer. L’indizio che accomuna gli eventi è il simbolo del serpente che, emerso dai suoi sogni, si concretizza in una sequenza di segni che minano la ragione di Faulkner. Sarà proprio questo percorso di formazione da scettico a credente in ciò che va oltre lo spazio materiale, che gli aprirà gli occhi sulla verità.

Recensione:

Darrel Faulkner è un investigatore mediocre, aspirante attore, che un giorno si imbatte in un caso più grande di lui. L'amico e mentore Webster Ford viene trovato morto, e allora com'è possibile che abbia ricevuto una telefonata da lui proprio il giorno prima la terribile scoperta? Inizia da qui una contorta e appassionante vicenda dalle tinte cupe e paludose, come i luoghi in cui è ambientata. L'autrice ci trasporta nel sud degli Stati Uniti, in una New Orleans degli anni 40 fatta di vodoo e cartomanti, di meravigliose e fatiscenti ville che nascondono terribili segreti e di sinuosi e temibili serpenti. Il serpente dorato è un noir di tutto rispetto, che mi ha tenuta incollata alle pagine dall'inizio alla fine, unendo mistero e credenze mistiche.
Darrel infatti, a seguito delle indagini sulla morte dell'amico, si imbatterà nella famiglia Beaumont, sconvolta dalla scomparsa della figlia Daisy. Ma che fine ha fatto Daisy? E cosa sono tutti quei serpenti che prima di scomparire diceva di vedere e che ora lo stesso Darrel sogna tutte le volte che si addormenta?
"Villa Marguerite era una grande dimora coloniale, interamente bianca, ristrutturata senza badare a spese. Era circondata da un arioso porticato e immersa in un giardino opulento, esotico, seducente."

Particolarmente ben curate le descrizioni dei luoghi. Villa Marguerite, così come l'appartamento della bellissima e pericolosa Dhalia, appaiono come luoghi senza tempo, testimonianza di un passato opulento e tragico allo stesso tempo. Lo stesso vale per i protagonisti: Darrel, se dapprima si presenta come un uomo superficiale, attratto dal dorato mondo di Hollywood, in realtà, pagina dopo pagina, svelerà una natura più profonda, capace di schierarsi dalla parte del bene, seppur le sue debolezze lo faranno vacillare.Tra gli altri personaggi, ho molto apprezzato quello di Dhalia, la cui oscurità si mischia alla particolare bellezza intrigante,profondamente radicata nelle sue convinzioni di donna del sud. Noir dal ritmo fluido e incalzante, Il serpente dorato è una lettura che consiglio a tutti gli amanti del brivido con una nota paranormale, che rende il romanzo davvero originale!


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