Recensione: GALA COX. IL MISTERO DEI VIAGGI NEL TEMPO di Raffaella Fenoglio

4/01/2016

Titolo: Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo
Autore: Raffaella Fenoglio
Editore: Fanucci
Prima edizione: 2 ottobre 2014
Pagine: 496
Prezzo: cartaceo - € 14,90; ebook - € 4,99

Trama
Gala Cox Gloucestershire ha quindici anni e frequenta il liceo artistico. Ha un carattere indeciso, un'intelligenza fuori dal comune e la passione per le materie tecniche. E non sta affrontando un bel momento. Ha appena perso la sua migliore amica, Nadia, in un terribile incidente dai risvolti misteriosi e suo padre se n'è andato di casa. Ora vive solo con la mamma, Orietta, medium scostante e autoritaria, e alcuni spiriti vaganti tra i quali l'indiano Matunaaga e la monaca benedettina Ildegarda di Bingen. Gala crede di sapere tutto sull'aldilà, fino a quando non inizia a frugare nello studio del papà alla ricerca di una traccia che le permetta di ritrovarlo. Qui, una scoperta casuale le aprirà le porte di un mondo prima sconosciuto e lei dovrà ricredersi e affrontare una lotta che la renderà una ragazza più forte, molto più di quanto abbia mai potuto immaginare.
***
Nella vita di Gala i prima sono molti di più di quelli che vorrebbe. Sei mesi prima suo padre l'avrebbe aiutata a progettare il nuovo formicaio per le Aphaenogaster Spinosa, ma è sparito senza salutarla, senza farle sapere nulla. Prima le sarebbe arrivata una lettera dai Pioppi con l'elenco dei libri e dell'attrezzatura e gli orari delle lezioni.
Ora deve occuparsi delle Aphaenogaster e gestire l'economia di casa da sola. Il tempo dei Pioppi apparteneva al passato, ora frequenta il Liceo Artistico Modigliani. Un incubo.
Gala ha quattordici anni e i cambiamenti che deve affrontare non sono ancora finiti.
Una sera, infatti, riceve una visita inaspettata. Seduta sul suo letto, bella come Biancaneve, disinvolta come la Strega Cattiva, c'è Nadia, la sua migliore amica. Ma Nadia è morta da un anno, ormai e, come chiarisce subito, non è stata chiamata dalla madre di Gala, nota e abile medium. Nadia, infatti, non è uno spirito, è una usqead e ha preso il posto di Edvige Jennings, una ragazza del XIX secolo.
Non è tutto: ha bisogno dell'aiuto di Gala. Devono partire subito per Londra, ma non sarà un viaggio come un altro e attraverso un varco spazio-temporale sbarcheranno a Whitechapel nel 1889.
Da quel momento prende avvio una serie di eventi che coinvolgono Gala e i suoi amici.
A dispetto dei suoi quattordici anni, Gala è una ragazza con molte risorse: abituata ad affiancare il padre nelle ricerche e negli studi, complice la particolare educazione ricevuta ai Pioppi e aiutata dalla memoria eidetica, ha conoscenze che i suoi coetanei difficilmente hanno. Sebbene, per molti aspetti, questo la renda indipendente, le circostanze (un viaggio nel 1889 non è certo all'ordine del giorno) le richiedono di crescere.
Nonostante la straordinaria intelligenza, non potrebbe riuscirci se al suo fianco non ci fosse una super-tata d'eccezione: Matunaaga, il saggio spirito di un indiano, che la segue ovunque può, spronandola a non lasciarsi andare allo sconforto e a fare del suo meglio per superare le difficoltà.
Nel 1889, però, non sarà solo Matunaaga a mancarle.

Era bello discutere con Dennis. Sorrisi abbassando lo sguardo. Volevo imprimermi il suo viso nella mente. La sua voce nelle orecchie.

Dennis è il suo unico (quasi) amico, il compagno di banco chiacchierone che le è toccato per aver fatto tardi il primo giorno di scuola. Già nella definizione del rapporto tra i personaggi il romanzo mette in luce la sua debolezza: inizialmente Gala non sembra avere particolare simpatia per Dennis e anzi pare che lo sopporti a malapena; in seguito, però, il suo atteggiamento cambia e, dopo aver manifestato una certa gelosia, arriva a sentirne la mancanza.
D'altra parte all'eccentrico personaggio di Dennis sono legate alcune delle mie perplessità. La particolare inflessione del ragazzo, che strascica le vocali allungando le parole, è restituita graficamente in ogni dialogo che lo coinvolga. Si tratta di una resa che, per quanto efficace, avrei preferito fosse proposta con una frequenza minore.
Tuttavia, ho trovato molto più strano il comportamento di Dennis che, anche in un frangente pericoloso, riesce a pensare al cibo, a mangiare e a parlare (a sproposito).

SPOILER
Per fare un esempio, in una situazione concitata, in cui ogni istante dovrebbe essere fondamentale per salvare un terzo personaggio, Dennis rallenta il cammino, e quindi anche Gala, per ammirare la rappresentazione de Lo strano caso del Dottor Jekyll e Mister Hyde e, poiché l'amica non conosce la storia, si impegna persino a raccontarla.
Forse il problema è solo mio, ma non mi è parso degno dell'intelligenza che gli è attribuita.
FINE SPOILER

Un altro personaggio particolare è Edvige. Ho fatto davvero fatica a riconoscere il legame d'amicizia tra lei e Gala: Edvige appare insensibile e dispotica fin dal momento in cui decide di trascinarla con sé nel passato, senza avere alcuna certezza sulla possibilità per l'amica di ritornare al XXI secolo.

«E ora spiegatemi che cos'è questa storia. Come avete fatto a portare qui la vostra amica e come pensate di farla tornare indietro.» […]
Un pensiero orribile mi invase.
Allora niente casa, niente papà e niente Dennis e niente di niente della mia vecchia vita? Mi salirono le lacrime agli occhi. In quel momento sentii che mi mancava persino mia madre, nonostante tutto.
Guardaii Edvige terrorizzata.
Lei alzò gli occhi al cielo. «Oh, Gala, come sei diventata fifona senza di me!» schioccò la lingua, cantilenò «Fi-fo-na, fi-fo-na, fi-fo-na.»


Nemmeno i ricordi di Gala sono riusciti a suscitare in me simpatia per Nadia/Edvige. In uno degli episodi raccontati, Nadia arriva a proporre di dar fuoco a un bullo che infastidisce Gala e io non ho potuto evitare di pensare che fosse un tantino squilibrata o, se non altro, bisognosa di aiuto.
Un punto critico del romanzo è proprio legato a Edvige, che introduce l'esistenza degli usqead. Alla sua morte Nadia è diventata un usqead, prendendo il posto di una ragazza del XIX secolo morta per sbaglio.
Una morte non prevista, infatti, provoca uno strappo spazio-temporale. Per porre rimedio al caos la prima persona destinata a morire, decede e diventa usqead per assumere l'identità del morto prematuro.
Difficile capire come una ragazza del XXI secolo sia destinata a morire prima di una del XIX. E ancora, non è un errore anticipare la morte di qualcuno perché rimedi a una morte imprevista? Non si crea una sorta di paradosso?
Matunaaga, Dennis e Edvige sono i punti di riferimento nella vita di Gala e di conseguenza sono i personaggi che hanno più spazio nel romanzo che, scritto in prima persona, segue la protagonista, filtrando la narrazione attraverso i suoi stati d'animo e pensieri.
Come in ogni storia che si rispetti, Gala deve affrontare alcuni nemici più o meno misteriosi. Mentre la figura di Black Coat alleggia minacciosa sulla Londra di fine Ottocento, Gala conosce la famosa medium Lady Queenooney e Lord Van de Brock, l'usqead di collegamento di Edvige.

SPOILER
Entrambi sono tanto interessati a Gala da farla inseguire da Madame Price, la dama privata di Lady Queenooney. A dispetto dell'aspetto imperioso, quasi nobile, non appena si getta all'inseguimento, Madame Price viene descritta in termini quasi animaleschi, divenendo ben presto un "cattivo" alquanto ridicolo sebbene pericoloso.
Nelle pagine che raccontano la fuga di Gala dalle grinfie di Madame Price, si sprecano le onomatopee che riproducono fedelmente i tonfi della corsa e il grugnito affannato e irritato della donna.

Pum! Pum! Pum!, l'acciottolato del vicolo tremò.

Ghrugrn, si infuriò. E decise di salire anche lei sull'impalcatura.

Per quanto sia possibile argomentare e giustificare la scelta ricordando che il romanzo è destinato a un lettore giovane, le parole onomatopeiche mi sono sembrate davvero eccessive ed esattamente, come per l'inflessione di Dennis, credo che i rumori potessero essere descritti con altri termini e lasciati all'immaginazione del lettore.
FINE SPOILER

In generale, i personaggi negativi sono ridotti a macchiette quasi ridicole nella loro inconsistenza e nelle azioni che perpetrano ai danni della protagonista.
Rimanendo nell'ambito dell'analisi dei personaggi, non posso omettere la mia reazione a un comportamento ricorrente di Gala. Appurato che per la quattordicenne i prima sono dolorosi, ogni volta che si sofferma su un ricordo, cercando di mettere a fuoco qualche dettaglio, o ragiona su un episodio, si riscuote e si rimprovera evitando così di affrontare i propri sentimenti o di approfondire una riflessione e, magari, arrivare a comprendere qualcosa.

No, Gala! Ora basta, pensai.
Se avessi ricominciato a sragionare su Black Coat mi si sarebbe fuso il cervello.


Il viaggio nel tempo permette alla Fenoglio di dare alla sua storia due ambientazioni: l'Italia del XXI secolo, in cui la tecnologia è d'uso comune e ben si amalgama con la dimensione paranormale, e la Londra di fine Ottocento. L'autrice, però, non riesce a sfruttare adeguatamente le possibilità del contesto storico: poteva essere interessare per il lettore visitare la Londra vittoriana, ma le descrizioni della città sono scarse e superficiali, indebolite da un intreccio non lineare.
Spesso, infatti, attraverso ricordi e altri accorgimenti, Gala informa il lettore di eventi che precedentemente sono stati omessi. Sebbene la narrazione non ne risulti appesantita o complicata, talvolta ho provato un certo fastidio imbattendomi in questo tipo di posticipazione.
Per esempio, durante il primo giorno nel 1889 Edvige guida Gala per le strade più ricche e lussuose di Londra, ma è tutto risolto in pochissime frasi che contrappongono le vetrine di famosi gioiellieri ai vicoli di Whitechapel senza soffermarsi più a lungo di un entusiastico elenco di stoffe e accessori di abbigliamento variopinti. Eppure, dopo qualche pagina, si viene a sapere che Gala ed Edvige hanno attraversato anche un mercato, dove erano state avvicinate da alcuni bambini mendicanti.
Mi sono chiesta perché non rallentare il ritmo degli eventi portanti del romanzo arricchendo la narrazione di descrizioni più accurate e episodi, che definirei aneddotici, inseriti nel corretto flusso temporale.
Il romanzo è, comunque, caratterizzato da un generale disordine cronologico. Ne è esempio un episodio descritto nel capitolo 23, in cui Gala racconta di aver portato Dennis in cucina e sta addirittura cercando qualcosa da mangiare in frigo. Nella pagina successiva, però, la narrazione torna indietro, per descrivere il percorso che li ha portati nella stanza e così l'impressione è che la cucina debba essere ancora raggiunta.
Mentre da una parte risultano evidenti gli studi con cui la Fenoglio ha sostenuto la caratterizzazione della sua protagonista (come ho già spiegato Gala ha conoscenze fuori dal comune) e del contesto storico, dall'altra mi sono ritrovata a dover cercare personalmente informazioni per comprendere riferimenti o a desiderare che mi venissero forniti dal romanzo stesso.
Ancora una volta ricorro a un esempio: Gala osserva una medaglietta.

Notai che aveva due piccole marchiature di cui non mi ero mai accorta. Un 800 racchiuso in un ovale.
E un leone.
Sorrisi. Sapevo cosa voleva dire.
Argento. Era d'argento.


Non so voi, ma io mi sono chiesta come e perché Gala fosse arrivata a tale conclusione. Ho fatto una ricerca e ora ho capito, ma quanti di voi e, soprattutto, quanti quattordicenni sanno che, da circa la metà del Cinquecento fino al 1999, in Inghilterra il leone veniva impresso come simbolo di garanzia dell'argento?

Dagli estratti che ho riportato avrete forse notato la predilezione per le frasi brevi, quasi frammentate. In effetti, la Fenoglio tende a spezzettare il periodo, spesso a discapito della correttezza formale.

Arrivava Ipazia Price, con le sue manone. Nelle quali serpeggiavano vene azzurrognole.

Quel punto che divide la principale dalla relativa, per quanto mi riguarda, è inaccettabile.

Gala Cox. Il mistero dei viaggi nel tempo era uno di quei romanzi che volevo leggere da tempo e così, quando l'ho iniziato, ero piuttosto positiva. Purtroppo, però, il mio entusiasmo è scemato rapidamente: il grandissimo potenziale del romanzo, per quanto mi riguarda, è stato sprecato.
Pur riconoscendone le potenzialità e avendo la convinzione che le idee alla base avrebbero permesso di trarne persino una serie, ritengo che il romanzo e lo sviluppo dei molti spunti interessanti avrebbero dovuto ricevere una maggiore attenzione.









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2 commenti

  1. Molto bella la tua recensione, ben curata e per niente banale. Non ho letto il libro, quindi non posso dare un gudizio personale, ma da ciò che leggo sono stati fatti errori che fanno davvero arricciare il naso: "Quel punto che divide la principale dalla relativa, per quanto mi riguarda, è inaccettabile."
    Vi seguo da tanto, ma è la prima volta che lascio un commento :)
    Alla prossima!

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    Risposte
    1. Ciao, Simona! Ti ringrazio per le tue parole sulla recensione e mi fa molto piacere sapere che ci segui.
      Grazie per il tuo commento, mi dispiace averlo notato solo ora.
      A presto!

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