Titolo: Non ditelo allo scrittore
Serie: Vani #3
Autore: Alice Basso
Editore: Garzanti
Pagine: 316
Prezzo: € 9,99 (ebook) € 16,90 (cartaceo)
Serie: Vani #3
Autore: Alice Basso
Editore: Garzanti
Pagine: 316
Prezzo: € 9,99 (ebook) € 16,90 (cartaceo)
TRAMA
A Vani basta notare un tic, una lieve flessione della voce, uno strano modo di camminare per sapere cosa c'è nella testa delle persone. Una empatia innata che lei mal sopporta, visto il suo odio per qualunque essere vivente le stia intorno, e che però è fondamentale nel suo mestiere. Perché Vani è una ghostwriter. Presta le sue parole ad autori che in realtà non hanno scritto i loro libri. Si mette nei loro panni. Un lavoro complicato di cui non può parlare con nessuno. Solo il suo capo sa bene qual è ruolo di Vani nella casa editrice. E sa bene che il compito che le ha affidato è più di una sfida: deve scovare un suo simile, un altro ghostwriter che si cela dietro uno dei più importanti romanzi della letteratura italiana. Solo Vani può farlo uscire dall'ombra. Ma per renderlo un comunicatore perfetto, lei che ama solo la compagnia dei suoi libri e veste sempre di nero, ha bisogno del fascino ammaliatore di Riccardo. Lo stesso scrittore che le ha spezzato il cuore, che ora è pronto a tutto per riconquistarla. Vani deve stare attenta a non lasciarsi incantare dai suoi gesti. Eppure ha ben altro a cui pensare. Il commissario Berganza, con cui collabora, è sicuro che lei sia l'unica a poter scoprire come un boss della malavita agli arresti domiciliari riesca comunque a guidare i suoi traffici. Come è sicuro che sia arrivato il momento di mettere tutte le carte in tavola con Vani. Con nessun'altra donna riuscirà mai a parlare di Chandler, Agatha Christie e Simenon come con lei. E quando la vita del commissario è in pericolo, Vani rischia tutto per salvarlo. Senza sapere come mai l'abbia fatto. Forse perché, come ha imparato leggendo La lettera scarlatta e Cyrano de Bergerac, ogni uomo aspira a qualcosa di più grande, che rompa ogni schema della razionalità e della logica. Vani è ormai uno dei personaggi più amati dai lettori italiani.
LA MIA OPINIONE
Non è un mistero che io adori i romanzi di Alice Basso. Sin da quando ho letto L'imprevedibile piano della scrittrice senza nome, lo scorso anno (QUI la mia recensione), ho capito che questa serie mi avrebbe dato grandi soddisfazioni. Ecco perché non appena è uscito Non ditelo allo scrittore ho messo da parte tutte le altre letture e gli ho dato assoluta priorità.
Anche in questo nuovo romanzo siamo catapultati sin da subito nel pieno della sempre imprevedibile vita di Vani, che è alle prese con il suo lavoro come ghostwriter, sempre troppo sottopagato per i suoi sforzi e con il suo lavoro di collaboratrice della polizia.
Cioè, molto più alle prese con il suo primo lavoro che con il secondo, perché il commissario Berganza sembra volerla tenere a tutti i costi lontano dal caso di cui si sta occupando, un caso complesso e molto pericoloso che riguarda una rete di trafficanti di droga.
È così che Vani ha sicuramente più tempo da dedicare al caso che invece le sottopone Enrico, il suo boss. Alle porte del ventennale dell'uscita di Verrò a trovarvi sul lago di Ruggero Solimano, uno dei romanzi che ha segnato la storia della letteratura contemporanea, la casa editrice per cui lavora Vani vuole proporre una ristampa con dei contenuti speciali, come ad esempio le prime bozze del lavoro. Il problema è che questi contenuti non esistono: sembra proprio che a scrivere il romanzo, infatti, sia stato un ghostwriter, uno scrittore rimasto nell'ombra per molti anni anche dopo la scomparsa di Solimano: il compito di Vani è quello di trovare questo ghostwriter e convincerlo a venire allo scoperto, così che la casa editrice possa organizzare un nuovo lavoro di promozione per il libro.
Dall'altra parte, però, il commissario Berganza non può fare a lungo a meno dell'abilità di Vani nell'immedesimarsi nelle persone, e proprio per questo la ritroviamo ad occuparsi ben presto del caso che non sembra proprio di semplice soluzione.
Dall'altra parte, però, il commissario Berganza non può fare a lungo a meno dell'abilità di Vani nell'immedesimarsi nelle persone, e proprio per questo la ritroviamo ad occuparsi ben presto del caso che non sembra proprio di semplice soluzione.
Tra Riccardo Randi che non smette di corteggiarla, due adolescenti che sembrano complottare contro di lei, un ghostwriter da far diventare un autore che piace al pubblico, un caso da risolvere e il commissario Berganza che continua a lasciare dei misteriosi discorsi a metà, Non ditelo allo scrittore segna una grande crescita di Vani, su tutti i fronti.
Se c'è una cosa che mi piace dei romanzi di questa serie, è che poco alla volta scopriamo qualcosa di più sui personaggi, Vani prima di tutto.
Questa volta lo facciamo attraverso alcuni flashback che ci riportano al 1997/1998, anni in cui Vani frequenta ancora il liceo, nonché periodo in cui cominciamo a scorgere i tratti della persona che poi è diventata. Razionalità, logica, pochi legami e una battaglia continua contro il mondo a suon di ironia: ecco chi era e chi è Vani ancora adesso. Sembra proprio un soldato che ha passato così tanto tempo in trincea e che negli ultimi tempi è piena fino al collo della vita che ha fatto.
A farle sbattere la testa contro la realtà è l'incontro con il ghostwriter di Verrò a trovarvi sul lago, un uomo che ce l'ha con il mondo intero.
Proprio questa è la scintilla che porta Vani ad interrogarsi sui suoi pochi legami, soprattutto quello con Morgana, che a quindici anni si sta sempre più vanisarchizzando, quello con Riccardo, che non ha smesso per un attimo di corteggiarla, e quello con il commissario Berganza, che con il suo essere quasi come i poliziotti dei gialli che ama leggere, le lezioni di cucina e le sue piccole attenzioni sembra l'unico ad aver colto la sua vera essenza.
Il sogno della mia vita è starmene nella mia tana a farmi gli affari miei senza rotture di coglioni di alcun genere.
Se c'è una cosa che mi piace dei romanzi di questa serie, è che poco alla volta scopriamo qualcosa di più sui personaggi, Vani prima di tutto.
Questa volta lo facciamo attraverso alcuni flashback che ci riportano al 1997/1998, anni in cui Vani frequenta ancora il liceo, nonché periodo in cui cominciamo a scorgere i tratti della persona che poi è diventata. Razionalità, logica, pochi legami e una battaglia continua contro il mondo a suon di ironia: ecco chi era e chi è Vani ancora adesso. Sembra proprio un soldato che ha passato così tanto tempo in trincea e che negli ultimi tempi è piena fino al collo della vita che ha fatto.
A farle sbattere la testa contro la realtà è l'incontro con il ghostwriter di Verrò a trovarvi sul lago, un uomo che ce l'ha con il mondo intero.
Proprio questa è la scintilla che porta Vani ad interrogarsi sui suoi pochi legami, soprattutto quello con Morgana, che a quindici anni si sta sempre più vanisarchizzando, quello con Riccardo, che non ha smesso per un attimo di corteggiarla, e quello con il commissario Berganza, che con il suo essere quasi come i poliziotti dei gialli che ama leggere, le lezioni di cucina e le sue piccole attenzioni sembra l'unico ad aver colto la sua vera essenza.
Forse inizio ad averne abbastanza di vivere in guerra.
Forse a me un po' di pace non farebbe più tanto schifo.
Forse a me un po' di pace non farebbe più tanto schifo.
Tra questo piccolo, ma in fondo grande percorso di crescita e l'addestramento del ghostwriter, Vani trova anche il tempo per aiutare Berganza nella soluzione di questo caso molto pericoloso e che potrebbe comportare delle ritorsioni nei confronti di tutti gli inquirenti.
La trama del giallo è meno consistente rispetto ai due romanzi precedenti, ma certo sul finale crea la giusta tensione.
Allo stesso modo il ritmo della storia è meno serrato, ma va sicuramente d'accordo con il percorso della storia, che include anche elementi nuovi rispetto ai due precedenti.
La trama del giallo è meno consistente rispetto ai due romanzi precedenti, ma certo sul finale crea la giusta tensione.
Allo stesso modo il ritmo della storia è meno serrato, ma va sicuramente d'accordo con il percorso della storia, che include anche elementi nuovi rispetto ai due precedenti.
Anche Non ditelo allo scrittore si legge molto velocemente, perchè è scorrevole come non mai e ci sono tutti gli elementi che nei primi due romanzi della serie mi hanno fatto amare Vani, dalla prima all'ultima pagina. Anzi, c'è anche di più.
Alice Basso con questo romanzo si conferma, oltre che una delle mie autrici italiane preferite, un'ottima penna. Sto già aspettando il prossimo!
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