Autrice: Barbara Ghinelli
Editore: Self Publishing
Genere: Narrativa contemporanea
Prezzo: 2,99€
Pagine: 174
Sinossi: Italia. Anno 1930. Tutti i quotidiani locali recano l'annuncio di un
naufragio al largo delle coste triestine. Nessun superstite.
Duino.
Anno 1960. Quattro ragazzine amanti del mistero e dell'avventura una
sera vedono qualcosa che non avrebbero dovuto vedere.
Nel castello di
Duino, ubicato sulla rocca a picco sul mare, sta accadendo qualcosa di
losco e di singolare. Le amiche osservano un ragazzo mentre sotterra una
lettera e mentre compie un inquietante sacrificio. Sentono il vagito di
un neonato, soltanto per pochi minuti. Poi, più nulla.
Duino. Anno
1980. La città è sconvolta dalle misteriose sparizioni di alcune bambine
e, mentre la polizia indaga, uno strano simbolo storico viene ritrovato
sui luoghi delle scomparse.
Le quattro amiche si vedono coinvolte in
ciò che accade, mentre la loro amicizia viene messa a dura prova e il
passato, concentrato in quella terribile notte di vent'anni prima,
minaccia di sopraffarle.
Cosa accomuna tutti questi elementi sparsi,
raccontati su diversi livelli temporali? Cosa collega le sparizioni del
1980 con il ritrovamento dell'antico diario di una suffragetta
sotterrato in mezzo alle rovine del vecchio castello di Duino?
Ombre
dal passato è un thriller psicologico, permeato da mistero e da colpi di
scena che si avvicendano fino all'inaspettato finale. È una storia
sull'amicizia, sull'amore in tutte le sue forme e sfumature, sul perdono
più sincero. E sul coraggio di una donna che, in epoche difficili,
quelli del primo dopoguerra, lotta per esporre le proprie idee e la
propria dignità. Sempre.
Recensione:
La trama da cui trae spunto questo libro parte da una lettera. Con grande padronanza di sé, un ragazzo commise un fatto
che finisce con lo sconvolgere la vita di quattro ragazze. Quel tenero vagito
che si disperse poco prima nell’aria … quel rumore inequivocabile che poteva
significare una cosa soltanto … era tutto così confuso, come una vignetta dai
contorni irregolari … tutto così misterioso e impenetrabile.
Le
ragazze comprenderanno cosa fosse realmente accaduto soltanto alla fine, quando
ormai non c’era più niente da fare. Quando ormai una fragile, innocente vita
umana si era già spenta crudelmente, senza pietà. Senza alcuno scampo.
Quel
neonato non avrebbe mai potuto difendersi con le proprie forze di fronte alla
malvagità di quel ragazzo sconosciuto. Trascorse l’ultimo suo istante di vita
emettendo degli strani versetti, ma senza versare nemmeno una lacrima. Forse si
fidava di quell'uomo, forse gli voleva già bene.
Per
tanti anni le ragazze, ignare spettatrici, si sarebbero poste di continuo una
domanda destinata a restare senza risposta. Cosa sarebbe accaduto se fossero intervenute
in tempo? Se non fossero rimaste impietrite dalla paura. L’immagine delle quattro
amiche, spettatrici di un evento tanto insolito, quanto crudele, rimase per
sempre scolpita nell'incavo delle loro menti, visibile sullo schermo dei loro
occhi in ogni istante. In quel momento nessuna di loro ancora sapeva che ciò cui
avevano assistito quella sera avrebbe cambiato radicalmente le loro vite.
Quel
pomeriggio del 1960 era nato tutto a causa di Nora (una delle quattro ragazze),
per il suo vizio di fermarsi spesso ad ammirare con occhi sognanti il magnifico
Castello di Duino, arroccato su uno sperone a picco sull'immensità del mare di
Trieste.
Da questo
episodio tanto cruento, si scoprirà nel corso del romanzo che con ogni
probabilità i Conti di Duino avevano qualcosa da nascondere, oscuri e
impenetrabili segreti, scheletri nell'armadio.
Chi
era quel giovane uomo che aveva commesso il sacrificio di quel povero bambino,
nel 1960? Il delitto era avvenuto entro i confini della loro proprietà,
particolare che non andava tralasciato.
Chi
era Sybil, in realtà?
Evitando
di svelarvi troppi dettagli, posso dire che la trama è realmente ben
strutturata, degna di un thriller che tiene il lettore incollato fino alle
ultime pagine, le domande cui dare una risposta sono davvero molte. Il
sacrificio di un neonato … una famiglia potente… l’influsso della mentalità
fenicia poteva davvero aver attraversato secoli e secoli di storia e di popoli
per arrivare, intatto e terribile, fino al 1960? A cosa avevano assistito,
tanti anni prima, impotenti e spaventate il gruppo di amiche? Per quale motivo
non avevano fatto nulla per impedire che accadesse? Sarebbe forse cambiato
qualcosa, nelle vite di tutte loro? Quel bambino, forse, sarebbe ancora vivo…
ma Sybil (personaggio rappresentativo, cui prestare grande attenzione)? Sua
figlia era nata nel 1930, come attestavano le sue testimonianze, quindi non
c’entrava in alcun modo con l’avvenimento che aveva vissuto trent'anni
dopo.
Cosa
ne era stato di lei? Era forse stata uccisa perché tenesse la bocca chiusa?
Oppure era lei l’artefice di ogni cosa? Un libro che narra la storia di un atto
d’amore, della lotta di una donna, ma soprattutto del perdono. Spesso si trascorre una vita intera a
domandarsi cosa sia, a chiedersi se possedere una naturale inclinazione
a saper perdonare equivalga a vivere una vita meno tormentata, più semplice.
Ancora oggi le stesse protagoniste, insegnano che il perdono dipende dalle
infinite sfaccettature dell'animo umano.
Nella vita, come rileva l’autrice, ciò
che conta è davvero immortale: il vero amore, la vera amicizia, quelli che
spingono a perdonare anche attraverso il muro della morte, o della malattia.
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