Titolo: I re delle macerie (Poison Fairies #2)
Autore: Luca Tarenzi
Editore: Acheron Books -
Pagine: 216
Prezzo: copertina flessibile - €11,59; ebook - €3,54
Trama
La
Discarica è sull’orlo del baratro, e nessuno lo sa meglio di
Albedo, il Re dei Goblin. Sua sorella Cruna e i suoi amici fuorilegge
sono scomparsi, forse morti, forse prigionieri dei nemici di sempre,
i selvaggi Boggart. La guerra è sempre più vicina e i Boggart sono
troppi, e troppo inferociti, perché i Goblin abbiano una sola
possibilità di sopravvivere.
E
mentre Disgelo si prepara a una folle missione di salvataggio con
l’unico aiuto della persona che più lo odia al mondo e che ha
giurato di ucciderlo, il diabolico Argiope, Re dei Boggart, dispone
attentamente le sue pedine per la battaglia.
Stretto
tra le nuove, terrificanti stregonerie del nemico e l’agonia della
sua gente, Albedo non potrà fare altro che scendere in campo armato
solo della sua intelligenza e della sua disperazione, e affrontare
l’idea che forse un atto mostruoso e innominabile, il sacrificio
che non ha mai avuto il coraggio di compiere, diventerà presto la
sua unica possibilità di salvezza...
***
A
distanza di un anno dalla prima lettura, mi ritrovo a recensire
Poison Fairies – I re delle macerie di Luca Tarenzi. Sono una brutta persona, ma come si dice: meglio
tardi che mai.
Quindi
ho ripreso in mano il romanzo, l'ho ricominciato e... divorato come
fosse la prima volta. Trattandosi del secondo volume della serie
Poison Fairies, ci saranno spoiler relativi al primo (cliccate qui per la recensione di La guerra della discarica).
Questa
volta ci ritroviamo alle prese con Cruna e Verderame prigioniere
di Argiope, re dei Boggart; Disgelo e Livido inaspettatamente
alleati; Albedo, il re dei Goblin, che deve far fronte a
una guerra sempre più imminente, in cui sono proprio i Goblin a
essere svantaggiati.
I
re delle macerie risulta più adrenalinico del
romanzo precedente. Non che al primo mancasse l'azione, ma qui si
aggiunge una tensione che scorre costante fino all'impennata degli
ultimi capitoli. Una tensione dovuta all'avvicinarsi dello
scontro tra Boggart e Goblin e al voler conoscere quale sarà il
destino dei nostri Goblin preferiti (se non avete Goblin
preferiti, siete dei brutti Boggart).
Molto
spazio viene dedicato ai due re, Albedo e Argiope, che si
fronteggiano ben prima della battaglia. Se da un lato abbiamo
Albedo ormai più vicino alla disperazione, considerate le esigue
possibilità che ha il suo popolo di uscire vittorioso (o anche solo
vivo), e che deve fare una scelta alquanto rischiosa; dall'altro
abbiamo Argiope, un re senza scrupoli, con un'intelligenza acuta e
uno stratega molto attento. Due re all'apparenza molto diversi,
ma che riveleranno alcune affinità.
Premesso
che il mio tifo va tutto ai Goblin, al momento la fazione più debole
e sfigata e oltrettuto hanno un nonsoche di simpatico (simpatia piena
di veleno e zanne, chiariamoci), ho apprezzato molto Argiope, o
quanto meno il suo cervello. A me i personaggi brillanti
piacciono. Anche quando sono odiosi. Anche quando li prenderei a
sprangate perché mettono i bastoni tra le ruote ai miei preferiti (o
cercano di ucciderli). E Argiope è proprio uno di questi personaggi:
abile stratega e molto astuto. Poi sia chiaro: per me deve morire
male, eh. Però lo apprezzo, ecco.
E
grazie a questo secondo volume conosciamo meglio anche Albedo e... a
un certo punto avrei preso a badilate pure lui. È un personaggio
interessante, che ha ereditato una situazione complessa e
difficile che cerca di gestire al meglio. È evidente quanto
tenga al suo popolo e si intuisce anche fino a che punto si fosse
spinto già prima delle vicende dei romanzi per salvaguardarlo.
Questo volume, però, rappresenta un po' il limite per il re,
superato il quale Albedo dovrà far fronte alle conseguenze delle
sue scelte.
E
ora, bando alle ciance e parliamo dei miei preferiti, o meglio del
mio preferito e di quello che si è rivelato un personaggio davvero
intrigante: Disgelo e Livido. Disgelo si era già guadagnato
un posto nel mio cuore in precedenza, posto che è stato solo
confermato con tanto di lastra col suo nome. Folle, imprevedibile
e molto leale: un amore, insomma.
Livido,
invece, è stata una sorpresa. Ne La guerra della
discarica non mi aveva colpito particolarmente; qui,
sebbene non abbia lo spazio dedicato ad altri personaggi, si è
rivelato in poco tempo davvero interessante e sono molto curiosa di
vedere cosa avrà in serbo per noi.
Sì,
ci sarebbero anche Cruna e Verderame, ma loro non hanno ulteriori
guizzi al momento e continuano a piacermi come prima.
Di
nuovo mi ha colpito molto il mondo pensato da Tarenzi per queste
fate così agguerrite. La discarica è un'ambientazione sempre
presente, l'inventiva nel creare armi, tende, contenitori dai
materiali che abitualmente utilizziamo e gettiamo via è davvero
brillante. Ed è anche utile per riuscire a immaginarsi nel dettaglio
i luoghi e gli oggetti usati dai personaggi.
Anche
questa volta c'è un cliffhanger di non poco conto che fa
venire voglia di andare a caccia del terzo volume, che si spera
uscirà in tempi non troppo remoti. Altrimenti potrei trasformarmi in
Goblin e iniziare a mordere.
Piccolo
momento da fangirl: ho shippato alla grande anche le fatine velenose.
E non mi pento di nulla.
“Una
scoperta?” Torsolo batté le palpebre. “Cosa hai scoperto?”
Il
re si avviò veloce, senza più voltarsi.
“La
via per l'inferno” sussurrò.
4 cuori e mezzo
Bellissimo, mi è piaciuto anche più del primo volume. Voglio l'ultimo! *_*
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