Titolo: Nati due volte - L'età del bronzo e del miele
Autore: Laura MacLem
Editore: Selfpublishing - 20 marzo 2017
Pagine: 400
Prezzo: ebook €3,99 - cartaceo €11,43
Trama
È vero che l'ho
amato.
Ed è vero che ho
dato a Teseo il filo che l'avrebbe guidato nel Labirinto, in nome di
quell'amore per il quale avrei – ho – sacrificato tutto il resto.
Infine, è vero che, dopo averlo perso, ho legato per sempre la mia
vita a quella di un dio, quando venne sulle rive di Nasso per fare di
me la sua immortale consorte. Tutto questo è vero.
Ma non c’è solo
questo.
Sembra che la mia
vita sia cominciata davanti a quelle porte chiuse, con un gomitolo di
filo da donare all'eroe perché compisse la sua missione. Quel
momento fu una parte della storia. Non tutta.
Quello che venne
prima, pur non essendo segreto, dorme in fondo al Labirinto, ed è un
mistero.
Si dice che i
cretesi siano tutti bugiardi, e forse è così: il mio è un popolo
che tiene in gran conto la capacità di capire ciò che gli altri
ignorano. L'astuta Arianna, figlia di re Minosse e della regina
Pasifae, l'onnisplente, non poteva essere una sciocca. Non lo sono
mai stata, se non quando ho amato.
Per questo,
immagino, Dioniso mi volle nell'istante stesso in cui posò lo
sguardo su di me. Dioniso aveva capito tutto di me, molto prima di
quanto lo capissi io stessa. Ma non me ne lamento: io compresi tutto
di lui quando lui non conosceva nulla di sé, neppure il nome. Fui io
a svelarglielo, così come svelai i segreti del Labirinto all'eroe,
per porre fine alla guerra di dèi e mortali.
Perché, se nel
Labirinto l’eroe combatté il mostro, fuori dal Labirinto io
combattei gli dèi. La mia battaglia cominciò molto prima che Teseo
giungesse a Creta.
L'ho amato più di
tutti. Lo amerò sempre più di tutti.
Lui è l'eroe del
Labirinto. Salvò Creta, l'Attica, l'Ellade e il mondo intero. Per
lui danzai e raggiunsi il centro, dove nessuno arriva. Per lui ho
dipanato il filo in quei corridoi, quei vicoli, quei passaggi
tortuosi, sfidando buio e caos e morte.
Lui, il mio eroe.
Il toro di Minosse.
Mio fratello.
Il Minotauro.
***
In
principio era il Caos, buio e informe.
Nati
due volte – L'età del bronzo e del miele fa
parte di un dittico
e il secondo romanzo, Nati due volte – L'età del vino
e del ferro, è in uscita
il 20 settembre (sentite
le mie urla di giubilo, sì?).
È la storia di
Arianna e di Dioniso, ma soprattutto di Arianna. La famosa
Arianna di Creta, complice di aver aiutato Teseo e rea di aver
tradito la sua famiglia, abbandonata poi dall'eroe greco sulle sponde
di Nasso, successivamente sposa di Dioniso su quella stessa riva,
come ben sappiamo dal mito.
Tuttavia, come dice
l'autrice stessa nella prefazione, i conti non tornano:
Mitologicamente
parlando è qualcosa che non ha senso: un dio all'apogeo del suo
trionfo, che ha appena conquistato il mondo e affermato il suo culto
ovunque, perché dovrebbe scegliere come sposa una reietta che ha
appena perso tutto? È un bellissimo lieto fine per Arianna, ma
Arianna, in quel preciso momento, era appena stata abbandonata da
Teseo. La sua fiducia verso gli uomini doveva essere al minimo
storico.
Ed ecco che Laura
MacLem ci racconta la sua storia (e a tal proposito vi lascio anche
il link al post sulla bibliografia utilizzata per scrivere il
romanzo, perché merita).
Non è la prima
volta che l'autrice si cimenta nel trattare un mito
tipicamente conosciuto dal punto di vista maschile o in cui il pov
femminile è poco considerato: Regina di fiori e radici,
infatti, narra la storia di Persefone ed è un altro romanzo che
consiglio vivamente.
(A dire il vero consiglio in toto i libri della MacLem, sapevatelo.)
(A dire il vero consiglio in toto i libri della MacLem, sapevatelo.)
Ascoltare la voce alle
protagoniste femminili del mito e osservare gli stessi eventi
attraverso il loro sguardo è qualcosa di assolutamente affascinante
e spesso è anche spunto per l'autrice, e quindi per i lettori, per
toccare tematiche attuali. Mi viene da pensare, nel caso di
Nati due volte I, ai capitoli in cui si fa riferimento alla
posizione sociale alquanto differente, per non dire abissale, tra le
donne cretesi e quelle ateniesi.
Sebbene siano figure femminili ben inserite nel contesto storico e
del mito, non mancano
di offrire spunti concreti e vicini a noi,
il che non fa che aggiungere valore al romanzo.
Questo primo volume,
Nati due volte – L'età del bronzo e del miele, è la
premessa al mito che conosciamo. L'autrice ci mostra la civiltà
minoica, ci accompagna tra le vie labirintiche di Cnosso e della
cultura cretese. È un quadro fondamentale per poter capire
Arianna e per seguirla nel suo percorso, per potersi addentrare
insieme a lei nel Labirinto.
Arianna è una
principessa e ha quindici anni: un'accoppiata che in alcuni casi
può risultare complicata, per non dire esplosiva... ed è proprio
così anche per lei. La sua giovane età è evidente sin dall'inizio,
i suoi pregi e i suoi difetti vengono mostrati man mano nel corso
della storia e sono proprio queste sfumature caratteriali che a
renderla così vera: i suoi cambi repentini di
umore, la sua permalosità, il suo orgoglio, il suo battibeccare con
la sorella minore, la sua ammirazione verso il fratello maggiore
Asterione e non solo.
Sono tutti piccoli
elementi che vanno ad arricchire il personaggio. Personaggio che
peraltro non rimane statico ma si evolve nella serie di
vicende che si troverà ad affrontare: l'Arianna delle prime pagine è
ancora una bambina, è immatura e non si rende conto delle
conseguenze scatenate dalle sue azioni; l'Arianna alla fine del
romanzo, invece, ha già raggiunto una consapevolezza diversa, che,
sono certa, non farà che svilupparsi ulteriormente nel prossimo
libro.
E come non citare
l'altro personaggio fondamentale del romanzo: Dioniso, che in
questo volume è ancora senza nome. È un dio in fuga da Hera,
alla ricerca di qualcosa... che forse ha trovato proprio grazie
ad Arianna. È un dio che fa del Caos il suo elemento,
imprevedibile e irrefrenabile, il cui culto non è ancora
sbocciato ma mette le sue prime radici proprio a Creta. È un
personaggio affascinante, come solo un dio può essere. Diverte e
irretisce ma allo stesso tempo inquieta per i suoi lati oscuri che
ribollono non troppo in profondità.
Per dirla in termini
semplici: lo amo ma sono contenta che sia Arianna a doverselo
gestire.
“[...]
Dioniso riesce molto più gradito.” Fece schioccare la lingua.
“Camminerà nel mondo per un bel pezzo dopo che avranno distrutto
il suo culto e riderà di chi lo chiamerà demone, perché i mortali
avranno sempre bisogno di lui, sempre. Se c'è qualcosa che i mortali
adorano, qualcosa che vogliono
adorare, è ciò che allevia il peso delle responsabilità imposte.
Il potere di Hera finisce laddove comincia il suo. Ah, se non riderà
per ultimo!”
Uno dei punti
focali del romanzo è proprio il conflitto tra il nuovo culto di
Dioniso, un potere nuovo che deve confrontarsi con l'Ordine
presente, e i culti antichi, restii al cambiamento che
incombe. Uno scontro che ha messo le fondamenta in questo primo
volume e si prepara a scatenarsi in tutto il suo dolore splendore nel secondo.
Anche gli altri
personaggi sono altrettanto ben caratterizzati, secondari e non. Ho
amato particolarmente la famiglia di Arianna: il rapporto tra
Arianna e la sorellina Fedra, fatto di quella complicità e
rivalità che di solito non manca tra sorelle; l'affetto dei
fratelli maggiori, Asterione e Androgeo (che, come dire, mi hanno
anche un po' rubato il cuore), verso Arianna ricambiato allo stesso
modo; il complicato rapporto con sua madre Pasifae, perché
sono prima di tutto principessa e regina, e soltanto dopo madre e
figlia.
Avrei altri
personaggi da citare ma rischierei di superare il confine dello
spoiler, perciò devo darmi un freno.
Una menzione
speciale, però, per Eracle (e per la flemma di Asterione): è stato
utile a regalare una scena esilarante.
Però vi avverto:
non fatevi illusioni, soffrirete. Al termine del prologo ho
ridacchiato. Al termine dell'epilogo mi è finito un elefante negli
occhi. Succede, è la vita da lettrice.
Ma
ne vale la pena.
E ricordate: gli
attici puzzano.
(Sorry, la mia parte
matura al momento è svenuta.
Sospetto che sia
stata messa ko da un certo dio.)
Chissà
se Teseo, alla fine, ricorderà di innalzare le vele bianche.
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