Recensione: GROTESQUERIE di Emanuela Valentini

2/02/2022



Titolo: Grotesquerie
Autore: Emanuela Valentini
Prima edizione: RW Edizioni - 29 novembre 2018
Pagine: 335
Prezzo: cartaceo - € 19,95

Trama
Questo è un libro pieno di cose che non dovrebbero accadere. Un'adolescente muta non dovrebbe essere costretta a lavorare in un circo; una ragazza intrepida e generosa non dovrebbe essere ridotta in schiavitù nelle viscere di una prigione orrenda; un ragazzo che si affida alla poesia non dovrebbe essere ostaggio di sudici poteri. In Europa la pace è effimera, il 1900 è percorso da segnali di guerra e da un sentimento di ribellione che attraversa la Francia: dai cunicoli di una prigione sotterranea alle mura dei palazzi del potere; la rivoluzione cresce tra la polvere e la cipria di un circo, dentro le pagine dei libri, intorno a grandi macchine, alla guida di sciami di insetti. Emanuela Valentini torna al romanzo con un'avventura steampunk distopica, che contrappone ricchi e poveri, belli e ribelli. Al centro di tutto il circo di Madame Grotesque e la sua nuova attrazione, Priscilla: una ragazza in grado di muovere intorno a sé piccoli animali e grandi sentimenti.

***

Tentare di individuare un protagonista è un’abitudine che non ho saputo reprimere e così la mia attenzione è stata catturata da Priscilla, uno dei personaggi più positivi e affascinanti. Eppure, la narrazione si dispone come un enorme affresco su Rouen e sulla varietà umana che la anima. Immergersi nelle pagine di Grotesquerie aspettandosi semplicemente di imbattersi in un circo permette di apprezzare il meticoloso gioco di incastri attraverso cui Valentini costruisce il suo romanzo.
Pur atteggiandosi a narratore onnisciente e distaccato, capace di cogliere pensieri ed emozioni di ciascun personaggio, la voce narrante è, in realtà, molto più vicina alla storia di quanto si riesce a immaginare.
A mio avviso è l’elemento più originale del romanzo, ma ne costituisce anche il punto debole. Lo stile, infatti, manca di uniformità adattandosi ai diversi personaggi su cui si sofferma senza trovare un’identità precisa. In particolare, ho trovato difficile seguire la descrizione delle scene corali: il punto di vista saltella senza requie da un personaggio all’altro, assecondando l’estraneità agli eventi del narratore.
Se a questo aspetto si trova spiegazione, forse ad altri rimarrà l’insoddisfazione di non vedere approfondite alcune sottotrame. Penso soprattutto a Priscilla, che ha tenuto vivo il mio interesse capitolo dopo capitolo e che ha un grande potenziale.
L’originalità del punto di vista, forse, intacca un po’ il coinvolgimento verso i diversi personaggi, ma credo che tutti i lettori abbiano avuto a cuore le sorti del circo. Vuoi per la spontanea fascinazione, vuoi per una simpatia verso i circensi del Grotesquerie.
Valentini si misura con un romanzo dall’impianto esteso, un punto di vista originale che rimane un mistero fino alle ultime pagine, sipari di uno spettacolo inaspettatamente violento. Il fascino del circo, i colori che, prima di iniziare a leggere, si immaginano brillanti e festosi sono fasti di un passato che non appartiene al Grotesquerie.
Intrighi politici, sopraffazione e ingiustizia, una bellezza che è pura illusione per gli occhi. In Grotesquerie non mancano nemmeno l’amore e la battaglia: in campo macchine terribili rese possibili dall’impiego senza scrupoli di tecnologia e scienza.
Ma in Grotequerie c’è della vera bellezza, solo bisogna saperla vedere.

Della loro singolare bellezza ha parlato già abbastanza la storia, non occorre aggiungere altro.




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