Recensione: GENS ARCANA di Cecilia Randall

5/27/2015

Oggi vi parlo di un romanzo fantasy degno di nota, scritto da un'autrice che certamente conoscerete.

Titolo: Gens Arcana
Autore: Cecilia Randall
Editore: Mondadori
Prima edizione: 10 ottobre 2010
Pagine: 622
Prezzo: Rilegato - € 20,00; Flessibile - € 11,50;
ebook - € 6,99

Trama
Firenze, 1478. Valiano de' Nieri è discendente di una delle più antiche e nobili famiglie italiane di Arcani. Essere Arcano significa poter invocare la quinta essentia, il quinto elemento di Natura capace di combinarsi con gli altri quattro - Aria, Acqua, Terra e Fuoco - e di governarli. Il potere arcano è immenso e può determinare le sorti dell'umanità intera: per questo si tramanda solo attraverso il lignaggio del sangue e va protetto e tenuto segreto. Ma Valiano ha rifiutato i suoi poteri e la sua "predestinazione", è fuggito e cerca di vivere normalmente lavorando come apprendista liutaio. Quando però suo padre Bonconte muore in circostanze misteriose e il suo amato fratello Angelo viene rapito, Valiano capisce di non potersi più sottrarre al proprio destino: il machiavellico cugino Folco de' Nieri sta scalando il potere all'interno della famiglia e, pur di realizzare la sua ambizione, è pronto a sfruttare una conoscenza proibita - e Valiano deve fermarlo. Sullo sfondo della magnifica Firenze di Lorenzo de' Medici, le gesta arcane si mescolano a quelle della congiura dei Pazzi in un vortice a cui nulla e nessuno potrà sottrarsi...

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«È una maledizione a cui non si può sfuggire»


La lettura di Gens Arcana è iniziata con incredibile lentezza e, benché fossi rimasta affascinata già dal prologo, ci ho messo un po’ a ingranare. Sicuramente, per me, gennaio è stato un mese un po’ pigro, ma in questo caso lo stile della Randall è stato complice della mia generale indolenza.
Estremamente descrittiva, la prosa si sofferma sull’ambientazione quanto sui comportamenti e le sensazioni dei personaggi, che segue attraverso una distaccata terza persona. Mai appesantita da fronzoli e giri di parole, la narrazione impone al lettore di soffermarsi e di godere del viaggio e dell’avventura offerta dalle pagine.
In primo piano vi sono gli elementali, creature legate ai diversi elementi, invisibili all’occhio umano, ma in grado di scatenare le forze della natura. Agli Arcani spetta il compito di bilanciare e preservare gli equilibri: non devono combatterli o dominarli, ma comunicare con loro per proteggere l’umanità.
Il potere arcano ha suscitato in me un grande interesse. Nel prologo, infatti, Angelo dimostra il potenziale della quinta essentia placando e liberando un elementale dell’aria, rimasto intrappolato in un monastero. Angelo è così abile e puro nella sua ammirazione per la creatura che diventa difficile non affezionarglisi.
L’ambientazione storica, curata in tutti gli aspetti e perfettamente integrata alla vicenda, è la punta di diamante del romanzo. La Randall dà al lettore la possibilità di viaggiare nella Firenze rinascimentale, di correre per le sue strade e piazze. Non manca di fornire i riferimenti necessari all’orientamento e insieme a Valiano (nessuno corre quanto lui) è possibile scoprire gli edifici più importanti della città. In secondo piano, gli intrighi politici diventano il naturale sfondo del romanzo.
Lo scenario accurato e lo stile incantevole sarebbero stati poco meritevoli di attenzione, se non fossero stati coronati da personaggi complessi e ben caratterizzati. Ho già espresso il mio amore per cucciolino paffuttoso Angelo, ma è tempo di parlarvi degli altri.
In controtendenza, Valiano ha la mia preferenza rispetto al coprotagonista Manente, che pure ho apprezzato. Raramente capita di trovarsi davanti a un protagonista come Valiano: un codardo fatto e finito.
Valiano non è un eroe, nonostante sia animato da grandi principi, e rifiuta con tenacia il potere arcano e il proprio destino, dal quale è persino spaventato.

«Sarà perché hai l’indole del coniglio, sempre pronto a scappare in mezzo ai prati aperti» commentò Manente.

Eppure non ho potuto fare a meno di trovarlo credibile e reale. La sua inettitudine è stata frustrante, lo ammetto, ma non è bastata a minare la simpatia che ho provato per lui.
Manente è, invece, il guerriero perfetto, abile, coraggioso e arguto, ma un po’ troppo tenebroso per i miei gusti.
Tra gli altri personaggi positivi non posso non citare il ladruncolo di strada, in cui si imbatte Valiano, e Selvaggia. Quest’ultima fa la sua entrata in scena a narrazione inoltrata, ma mi è piaciuta molto perché è una donna indipendente e forte e queste caratteristiche sono assai rare in un personaggio femminile, soprattutto se secondario.
Anche Folco, con il suo ingegnoso piano, è un cattivo di tutto rispetto: viscido nei modi e nel sorriso, ma pericolosamente astuto e imprevedibile.
Nonostante le ottime referenze (la parola delle mie Belle preferite non si discute), la Randall è riuscita a sorprendermi: Gens Arcana mi ha entusiasmato per la sua originalità e piacevolezza ed è un libro che consiglio a tutti.
L’unica nota spiacevole è la mancanza di un seguito che, benché il romanzo sia autoconclusivo, mi avrebbe fatto davvero contenta. Ma mai dire mai, giusto?




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4 commenti

  1. Lo leggerò sicuramente: della Randall ho letto Millennio di fuoco e mi è piaciuto tantissimo, per cui ora voglio recuperare anche i suoi romanzi precedenti!

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    1. È il primo romanzo della Randall che leggo e mi è piaciuto davvero molto. I prossimi saranno proprio Millennio di fuoco e Multiversum :3

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  2. Secondo me tutto quello che scrive Cecilia Randall è da leggere a priori! Anche questo lo vorrei leggere, la storia m'ispira parecchio.. <3

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    1. Te lo consiglio e spero che piaccia anche a te! Io prometto di leggere gli altri suoi romanzi come giustamente dici tu :3

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