Buongiorno lettori! Iniziamo questo nuovo mese con qualche piccola novità tra cui la nuova rubrica "Speciale Eventi" che comprenderà presentazioni, fiere ed altri eventi legati all'editoria italiana.
Conoscevo l’autore per il suo romanzo “Esche vive” e tra le recensioni diversificate sul romanzo e la vincita del premio Strega Giovani ero incuriosita da questo nuovo titolo così sono stata con piacere alla sua presentazione di venerdì sera presso la sala S. Antonio di Alberobello.
Conoscevo l’autore per il suo romanzo “Esche vive” e tra le recensioni diversificate sul romanzo e la vincita del premio Strega Giovani ero incuriosita da questo nuovo titolo così sono stata con piacere alla sua presentazione di venerdì sera presso la sala S. Antonio di Alberobello.
La serata era presentata dal mio amico Filippo Gigante che prima ha letto la sinossi ed una breve biografia dell’autore e poi è passato alle domande legate al romanzo.
Fabio Genovesi ha viaggiato molto facendo i lavori più disparati, ha iniziato come traduttore ma ormai lavora come giornalista per diverse testate giornalistiche tra cui il Corriere della Sera e Vanity Fair, questo è il suo secondo romanzo ma non il secondo libro viste le altre sue pubblicazioni.
La prima domanda, come immaginerete, verteva su quanto ci fosse dell’autore nel romanzo e qui mi è piaciuta la risposta che è poi ciò che penso anche io, ovvero che non si può scrivere di ciò che non si conosce davvero. L’autore racconta quindi di minuscoli paesi inventati o della sua Versilia, soprattutto Forte dei Marmi, poiché è nella provincia che spesso si trova l’unicità e quindi bisogna esserne fieri.
Il personaggio di Luna, una bambina albina, è piuttosto particolare quindi la seconda domanda riguardava la scelta di questa figura. L’autore ci ha raccontato un aneddoto, ovvero si era imbattuto una volta in Friuli in un raduno di albini e così l’idea, ci ha poi spiegato che gli albini hanno una visibilità ridotta per cui vengono legittimate in questo modo le domande curiose della ragazzina, simili a quelle dei bambini ma fatte da qualcuno che possa comunque comprendere più di un bambino. Di fatto sono quelle domande dei bambini che ci ricordano che il bello è stupirsi delle cose belle che ci sono al mondo.
La terza domanda era un riferimento al titolo del romanzo, la richiesta era se l’autore avesse preso l’onda giusta nelle vita. Qui Fabio ha risposto che le cose belle sono arrivate per caso mentre quelle tanto cercate a volte si sono rivelate deludenti e così ci ha esortati a non deprimerci mai per momenti di eventuale tristezza perché magari, a volte, risultano essere incipit di qualcosa di meglio. L’importante secondo lui, ma anche secondo me, è darsi da fare in ogni caso perché se non si fa nulla non capita comunque nulla di buono.
La domanda successiva era circa la bellezza viste le collaborazioni con riviste di moda dell’autore e le descrizioni particolareggiate di Serena, la mamma di Luna, una donna bellissima che però veste da soldato per tenere lontani gli uomini. Quindi, cos’è la bellezza per l’autore? Fabio ha ammesso di non sapere nulla di moda ma proprio per questo è stato mandato alle sfilate per lavoro, per lui scrivere non è parlare di cose interessanti ma rendere interessante anche ciò che non è poi così importante, come per l’appunto la bellezza.
Nel romanzo ci sono episodi di bullismo vista la diversità di Luna ma anche del piccolo Zot ( di origini ucraine e dal linguaggio insolitamente forbito) e così lo speaker ha chiesto se la scelta della tematica del bullismo fosse stata ponderata. L’autore ha quindi risposto che lui scrive storie, parlando della verità le tematiche poi vengono fuori da sole mentre trova assurdo scrivere un romanzo partendo dall’idea di tematiche specifiche.
Infine, è stato chiesto all’autore quale libro avrebbe voluto scrivere e lui ha risposto “Sandokan” visto che è così vivido e ricco di cose fantastiche anche se il vero autore, Salgari, non si era mai mosso da Torino.
Per concludere, l’autore ci ha letto uno stralcio del romanzo, la parte in cui Luna si presenta visto che è la voce narrante e allo stesso tempo l’idea originale che la ragazzina ha di Babbo Natale, davvero divertente!!
Obiettivo dell’autore, su sua ammissione, è far ridere e piangere con parole scritte col cuore piuttosto che con la testa, cosa chiedere di meglio ad un romanzo?
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