Recensione: ARSENICO E DOLCI VECCHIETTI - ROSSELLA CALABRO'

2/25/2020

Titolo: Arsenico e dolci vecchietti
Autrice: Rossella Calabrò
Editore: Emma Books

Sinossi: Amiche dai tempi del liceo, Marina, Fiamma e Ester sono belle, glamour, ironiche ed eleganti (Ester mica tanto), un po' come le protagoniste di Sex and the City. Anche se, rispetto a loro, sono un po' più grandicelle. Più sul genere Ex and the City, diciamo. Le nostre ex ragazze hanno insomma quell'età che regala, alle più fortunate, genitori molto, molto anziani. In questo caso, tre vecchietti satanici, temerari, per di più vedovi, che vivono soli e si cacciano di continuo nei guai, peggio dei bambini. Ingestibili, ingovernabili, capricciosissimi, i tre sembrano fermamente determinati a trascinare le figlie nella fossa ben prima di loro. Soprattutto quando decidono di noleggiare truffaldinamente un furgone dalla carrozzeria zebrata e compiere un misterioso quanto stralunato viaggio in Svizzera. Un comico e struggente romanzo on the road, accompagnato da una colonna sonora anni Sessanta e Settanta, per esorcizzare i sentimenti contrastanti che ogni figlio prova - o ha provato - per i propri genitori.

Recensione:
Cosa ci fanno 3 anziani in giro per la Svizzera ed a bordo di un pulmino zebrato? Alquanto singolare come evento, no?

Ebbene, i tre sono le madri di Marina ed Ester ed il padre di Fiamma, le tre sono amiche dai tempi della scuola e, nonostante le vite completamente diverse che conducono, hanno in comune l'apprensione e la cura di un anziano genitore.

I suddetti genitori sono esseri assai particolari, c'è Perfidia soprannominata così per la verve tendente alla cattiveria, Ipocondrio ovviamente ossessionato dalle malattie e dalle catastrofi ed infine c'è Chanel che non vuole arrendersi al passare del tempo e cerca di mantenere lo charme giovanile in tutti i modi.

Le rispettive figlie non possono che essere l'opposto dei genitori, Marina è bonaria ed ha sofferto molto per la mancanza di affetto materno, Fiamma è intraprendente e non comprende le paure del padre, Ester è piuttosto sciatta e sembra non avere un solo gene in comune con la madre simil-sciantosa.

Le tre donne si trovano ogni domenica per brunch e chiacchiere al Bersò, il bar del paese, sotto un glicine profumato che ne ha viste e sentite tante. La loro routine viene scossa dalla sparizione degli anziani genitori che per l'appunto sono andati a farsi un giro in Svizzera.

Le figlie ovviamente si spaventano a morte mentre i tre anziani sembrano riappropriarsi di una certa consapevolezza di sé, pronti a vivere quanto gli resta in maniera differente.

Ho trovato la trama un po' scarna, non succede poi molto in effetti. Il romanzo è più che altro un'analisi puntuale dei vari personaggi principali ovvero Marina, Fiamma, Ester ed i loro rispettivi genitori Perfidia, Ipocondrio e Chanel.

Si entra nella mente sia delle figlie, diciamo di mezza età, che dei loro vegliardi genitori. Si comprendono cose che non sono proprio evidenti e che di certo noi giovani non possiamo immaginare appieno. Devo ammettere che, personalmente, ho visto con occhi diversi l'ultima stagione della vita.

Bellissima la citazione di De Crescenzo sulla senilità che è all'inizio del romanzo.
Carino il finale, sarebbe bello passare gli ultimi anni di vita così.




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