Titolo: Creature fantastiche di Sicilia
Autori: Rosario Battiato e Chiara Nott
Prima edizione: Edizioni il Palindromo - 21 febbraio 2018
Pagine: 168
Prezzo: cartaceo - € 12,00
Autori: Rosario Battiato e Chiara Nott
Prima edizione: Edizioni il Palindromo - 21 febbraio 2018
Pagine: 168
Prezzo: cartaceo - € 12,00
Trama
"Creature fantastiche di Sicilia" recupera dagli abissi della memoria popolare le creature, rigorosamente notturne, più strane e tipiche dell'Isola con l'intento di far affiorare l'eco oscura e suggestiva di un tempo lontano ancora vivo nelle storie e nel folklore siciliano.Scopriremo così, sotto forma di brevi storie illustrate, la vita e le vicende di anime condannate, donne mostruose come la Bellina, folletti, diavoli di varia stirpe, fate, streghe, sirene e di altri abitanti della "Sicilia dell'eterna notte". Il libro è arricchito dalla prefazione di Nicola Lo Bianco e dalla postfazione di Daniele Barbieri. Il libro contiene in allegato la mappa della Sicilia, disegnata da Chiara Nott, in cui sono indicati tutti gli avvistimenti delle creature fantastiche nell'isola.
***
Ero convinta che, leggendo Creature fantastiche di Sicilia, sarei stata tentata di prendere appunti, progettando un tour tematico nella mia isola. Se non avessi letto la nota finale che chiarisce gli intenti e le scelte formali, probabilmente ci starei ancora rimuginando.
La raccolta di Battiato e Nott è, piuttosto, un bestiario che rivitalizza e attualizza l’immaginario del folklore siciliano, lasciando trasparire tradizioni e ispirazioni ancora molto sentite.
E allora, se è vero che non ho iniziato ad annotare località da visitare e strade da intraprendere, potrebbe essere una buona scelta rileggere la raccolta con un approccio diverso, aprendosi alle suggestioni che raccontano la Sicilia di oggi attraverso quella di ieri, o meglio, attraverso quella ctonia, sommersa e mai completamente dimenticata.
In realtà, diavoli e mostri sono spesso precisamente localizzati nella loro origine, ma la narrazione tende a slegarle da una collocazione geografica immobile e così risulta difficile tracciare un percorso, pur servendosi della bellissima mappa realizzata da Chiara Nott e allegata al libro. Anche la struttura del libro sostiene un’altra lettura. gli spirdi sono catalogati in quattro macro-capitoli, dedicati rispettivamente alle anime, alle creature, ai diavoli e alle donne mostruose, con la conseguenza di una sovrapposizione delle etichette che sarebbero applicabili a ciascun essere.
Le creature presentate da Battiato, non a caso, vivono nell’oscurità del sottosuolo e calpestano la superficie soltanto di notte. Soltanto alcune, come il Grecu Levanti, non fanno distinzioni tra giorno e notte e si muovono liberamente per colpire i più sprovveduti. Perché alla fine, è ovvio, sono gli uomini il bersaglio preferito degli spirdi.
In alcune leggende emerge con chiarezza l’intento didascalico (è il caso dei Divoti e della missa scurdata), ma spesso è più importante l’avvertimento che viene lanciato: se nessuno ha più paura di guardare in fondo a un pozzo, è soltanto perché ha scordato la minaccia della Marabecca.
Il senso del bestiario è, dunque, questo: ricordare l’esistenza delle creature dimenticate e, perciò, intrappolate nella loro «eterna notte». È un invito a dare spazio nella nostra vita a spirdi, diavoli, strie o fate perché, lo ricorda Barbieri nella postfazione, fanno parte della quotidianità: non sono immaginari, relegati al passato o apparizioni di un futuro ancora lontano.
Lo suggeriscono anche i visionari disegni di Chiara Nott, i cui esseri, osserva Nicola Lo Bianco nella prefazione, hanno sguardo sfuggente e mai diretto: c’è altro da vedere e, se questo libro propone un viaggio, è prima di tutto un invito ad andare oltre.
Ho superato facilmente lo sbaragliamento delle aspettative, ma non sono riuscita a comprendere e trovare una sintonia con lo stile narrativo. Mi è sembrato, infatti, che le singole leggende fossero state troncate e da qui deriva la mia insoddisfazione.
Nondimeno, devo riconoscere che alla bellezza esteriore del libro si somma il prezioso riferimento alle fonti disseminato nelle descrizioni.
Creature fantastiche di Sicilia è un progetto interessante e indubbiamente un inizio in direzione di una riscoperta fondamentale per conoscere il presente.
La raccolta di Battiato e Nott è, piuttosto, un bestiario che rivitalizza e attualizza l’immaginario del folklore siciliano, lasciando trasparire tradizioni e ispirazioni ancora molto sentite.
E allora, se è vero che non ho iniziato ad annotare località da visitare e strade da intraprendere, potrebbe essere una buona scelta rileggere la raccolta con un approccio diverso, aprendosi alle suggestioni che raccontano la Sicilia di oggi attraverso quella di ieri, o meglio, attraverso quella ctonia, sommersa e mai completamente dimenticata.
In realtà, diavoli e mostri sono spesso precisamente localizzati nella loro origine, ma la narrazione tende a slegarle da una collocazione geografica immobile e così risulta difficile tracciare un percorso, pur servendosi della bellissima mappa realizzata da Chiara Nott e allegata al libro. Anche la struttura del libro sostiene un’altra lettura. gli spirdi sono catalogati in quattro macro-capitoli, dedicati rispettivamente alle anime, alle creature, ai diavoli e alle donne mostruose, con la conseguenza di una sovrapposizione delle etichette che sarebbero applicabili a ciascun essere.
Le creature presentate da Battiato, non a caso, vivono nell’oscurità del sottosuolo e calpestano la superficie soltanto di notte. Soltanto alcune, come il Grecu Levanti, non fanno distinzioni tra giorno e notte e si muovono liberamente per colpire i più sprovveduti. Perché alla fine, è ovvio, sono gli uomini il bersaglio preferito degli spirdi.
In alcune leggende emerge con chiarezza l’intento didascalico (è il caso dei Divoti e della missa scurdata), ma spesso è più importante l’avvertimento che viene lanciato: se nessuno ha più paura di guardare in fondo a un pozzo, è soltanto perché ha scordato la minaccia della Marabecca.
Il senso del bestiario è, dunque, questo: ricordare l’esistenza delle creature dimenticate e, perciò, intrappolate nella loro «eterna notte». È un invito a dare spazio nella nostra vita a spirdi, diavoli, strie o fate perché, lo ricorda Barbieri nella postfazione, fanno parte della quotidianità: non sono immaginari, relegati al passato o apparizioni di un futuro ancora lontano.
Lo suggeriscono anche i visionari disegni di Chiara Nott, i cui esseri, osserva Nicola Lo Bianco nella prefazione, hanno sguardo sfuggente e mai diretto: c’è altro da vedere e, se questo libro propone un viaggio, è prima di tutto un invito ad andare oltre.
Ho superato facilmente lo sbaragliamento delle aspettative, ma non sono riuscita a comprendere e trovare una sintonia con lo stile narrativo. Mi è sembrato, infatti, che le singole leggende fossero state troncate e da qui deriva la mia insoddisfazione.
Nondimeno, devo riconoscere che alla bellezza esteriore del libro si somma il prezioso riferimento alle fonti disseminato nelle descrizioni.
Creature fantastiche di Sicilia è un progetto interessante e indubbiamente un inizio in direzione di una riscoperta fondamentale per conoscere il presente.
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