Buona domenica lettori, eccoci a cominciare anche questo mese con le nostre segnalazioni nel segno del tricolore.
Titolo: L'uomo dei piccioni
Autore: Salvatore Scalisi
Genere: narrativa contemporanea
Pagine: E-book 186, cartaceo 184
Sinossi: "Il mondo dei clochard in una dimensione incantata e
poetica." Ecco un modo possibile di definire il lavoro
dell'autore. L'ottica con cui Salvatore Scalisi guarda i senza tetto
e gli emarginati è benevole; egli è del tutto schierato dalla loro
parte; è abilissimo a mettere in rilievo i loro sentimenti, le loro
gioie, i loro dolori rassegnati. La vita di questi particolarissimi
esseri umani, nel racconto, si svolge in una realtà ovattata; scorre
cioè, in una dimensione sovrapposta alla realtà "normale"
che resta in sottofondo. Allora l'una e l'altra realtà diventano due
rette parallele che scorrono lontane all'infinito e non si incontrano
mai, o quasi e, se si incontrano, è solo per scontrarsi, per
evidenziare l'abisso senza fine che separa i due mondi. Tutto questo
accade sullo scorrere di paesaggi tratteggiati a tinte sobrie e
delicate come acquarelli. Bellissimi e pieni di grande fascino, le
descrizioni degli interni ora spogli e tristi, ora luminosi e
festosi.
Titolo: John Parker il detective
Autore: Salvatore Scalisi
Genere: Thriller
Serie: John Parker
Pagine: E-book 173, cartaceo 171
Sinossi: Con grande abilità descrittiva, il nostro Salvatore
Scalisi delinea la figura di un detective di straordinaria umanità.
Incalzato costantemente dal dolore per la morte della moglie,
Parker cerca di proseguire la sua vita dividendosi tra ufficio,
lavoro e cura della figlia, affidata alla dedizione della nonna
paterna.
Nel racconto il “male” è rappresentato da Giacchetti, un
losco individuo alle prese con uno sporco giro d’affari illeciti,
mascherati dalla gestione di un elegante e raffinato ristorante. Il
personaggio porta a compimento una serie di delitti con i quali
distrugge anche la propria famiglia.
Parker, dopo aver risolto brillantemente il”caso Giacchetti”,
deve continuare a fare i conti con la sua solitudine e le sue
angosce. Ma le ultime esperienze di lavoro e di rapporti umani, lo
hanno avviato al superamento dei suoi incubi; egli è più sereno e
più pronto a ricominciare, insieme con Kate, la sua unica figlia. È
per lei che proverà ad avere fiducia nell’avvenire; è per lei che
riproverà a vivere.
Titolo: L’ispiratrice
Autore: Salvatore Scalisi
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: E-book 174, cartaceo 172
Sinossi: Cosa si nasconde dietro il quadro di un noto pittore? Chi
è la donna che vi è raffigurata? Per rispondere a queste domande
Scalisi porta l’autore del quadro al capezzale del padre morente
per fargli rivivere, attraverso ricordi e mezze confessioni, l’arco
della sua esistenza dalla fanciullezza sino al fatidico giorno in
cui, pennello alla mano, creò la misteriosa donna, “ispiratrice”
di quella e di tante opere. Il quadro emerge dai racconti dei due
uomini, a cui spesso si aggiunge la voce di Aldo, ambiguo amico da
tutta la vita del più anziano, che trascina il lettore con il suo
non-detto o accennato e poi ritirato, sino alle ultime pagine in cui
la sua inclinazione acquisterà diritto di cittadinanza e smetterà
di essere un sospetto. Oltre ai misteri legati ai gusti di Aldo, ne
covano di ben più incandescenti sotto la cenere del focolare
domestico che con la vita del patriarca va spegnendosi, il libro
infatti non tarda a rivelarsi come uno scottante spaccato di una
famiglia il cui motto potrebbe essere benissimo “vizi privati,
pubbliche virtù”, con un intrecciarsi di adulteri
trans-generazionali, e con un sospetto di relazioni inconfessabili
che sempre aleggia tra le pagine e si insinua nelle vite
apparentemente felici della famiglia Camerini. Tratteggiare
maggiormente tali relazioni significherebbe togliere molto del gusto
alla lettura del libro, che invece merita tutta l’attenzione del
lettore.
Titolo: Evanescente depressione
Autore: Salvatore Scalisi
Genere: Narrativa contemporanea
Pagine: E-book 90, cartaceo 88
Sinossi: Un senso di vuoto, di profonda solitudine e tristezza.
Ecco cosa prova. La morte dei suoi genitori, prima della madre e poi
del padre, hanno sì influito negativamente sul suo umore, ma non si
può dire che ciò sia la causa principale del suo disagio
esistenziale. Desidera la morte da qualche tempo. Come se questo mal
di vivere lo perseguitasse da sempre. Una cosa innata, si potrebbe
quasi dire. Ma è veramente così, o più semplicemente esiste un
motivo che lo stesso Fabrizio non riesce, o non vuole, focalizzare?
L’ultima volta ci aveva tentato una decina di giorni fa,
impiccandosi. Tutto era stato preparato a puntino: una robusta corda
col cappio e un albero secolare scelto in aperta campagna. Non doveva
fare altro che legare la corda all’albero, salire su una base
qualsiasi, infilare la testa nel cappio e lasciarsi penzolare
all’ingiù. Tutto era andato perfettamente, fino all’atto finale.
Lì qualcosa l’aveva bloccato e, nel momento in cui doveva chiudere
gli occhi e lasciarsi andare, non ce l’ha fatta. Un ennesimo
fallimento, è il parere dell’uomo, dopo una serie di tentativi
andati a vuoto, iniziati sopra un promontorio col desiderio di
buttarsi in mare lasciandosi annegare. Un ulteriore frustrazione, a
suo modo di pensare, che non fa altro che aumentare il suo senso di
impotenza. Da questo sembrerebbe che Fabrizio non abbia fatto nulla
per tirarsi fuori dall’incredibile situazione; e invece non è
così. Ci ha tentato con tutte le sue forze, o quanto meno, non ha
lasciato nulla di intentato, cercando di trovare un qualsiasi
spiraglio di luce. Compresa qualche esperienza amorosa, non andata
poi a buon fine. Da qualche anno frequenta una donna, vedova senza
figli, Bruna, insegnante di lettere, di una decina di anni più
grande di lui. Non è certo la donna dei suoi sogni, e non si può
nemmeno definire la sua compagna ma ogni volta che è insieme a lei
riesce a distrarsi, ad allontanare per un po’ il funesto pensiero
dalla sua mente. E poi fa sesso; un piacere che è ancora vivo, al
quale non si nega affatto. Con Bruna c’è anche una buona intesa
culturale, basata sulla lettura e il teatro.
Titolo: La lunga notte
Autore: Salvatore Scalisi
Genere: Noir
Pagine: E-book 149, cartaceo 147
Sinossi: Una lettura semplice e lineare, quella che il nostro
autore propone al proprio lettore con questo romanzo noir.
Realismo e finzione guidano e accompagnano questo lavoro, esso
rispecchia totalmente la fantasia dell’autore che, attraverso
dialoghi scorrevoli, accompagna e conduce il lettore fin dentro il
romanzo stesso.
La fantasia, infatti, motiva tutto il noir, la situazione
originale a quella finale, la credibilità degli eventi, la minuziosa
descrizione delle azioni e dei luoghi.
Il contenuto graffiante permette di entrare dentro ogni singolo
personaggio senza lasciare per scontato nulla, nemmeno il finale dei
protagonisti appare lasciato al caso.
Questo costante elemento di mistero appassiona il lettore, che nel
proseguo della lettura lo coinvolge emotivamente.
Un noir classico lo definirei, certamente coinvolgente.
Fa da sfondo alla storia una qualsiasi città metropolitana, con i
rischi e pericoli che la notte in essa nasconde. Quasi una
ambientazione classica, dove trovano naturale collocazione: la
sensazione di paura,il buio,il vicolo chiuso senza uscita.
Sopraggiunge alla fine della lunga notte il grigio dell’alba e,
con esso il finale, forse prevedibile, ma non per questo
accattivante.
Raccontare, appassionare, OSARE NUOVE IMPRESE, spinge e accompagna
l’autore in quest’ultima fatica; a lui l’augurio di ogni
successo, al lettore appassionato l’invito ad un’accattivante
lettura.
Biografia: Nato e residente a Catania, ho frequentato studi
classici. Nella vita ho svolto diversi lavori: manovale, lavapiatti,
cameriere, vendita porta a porta, rappresentante e antiquario…
Da ragazzo, ma ancora oggi possiedo la stessa vivacità, avevo una
spiccata fantasia che mi permetteva di elaborare a livello mentale
una serie di scene adrenaliniche che, messe insieme, diventavano
delle vere storie. Questa situazione è durata fino all’età di 14
– 16 anni, per poi passare alla scrittura vera e propria. I miei
primi lavori erano dei brevi racconti, di tre quattro pagine; nel
giro di pochi anni ne avrò scritti qualche centinaio che, purtroppo,
alla fine sono andati perduti. Poi, intorno ai quarant’anni, la
passione per il cinema mi porta a cimentarmi con i soggetti
cinematografici. Pure in questo caso la produzione è stata
importante, sul numero delle decine. Successivamente passo a storie
più articolate, racconti lunghi, per finire al romanzo. Ho sempre
pensato che la scrittura sarebbe stata nella mia vita una presenza
predominante. Alle storie che scrivo mi piace spesso abbinare ai temi
sociali una introspezione psicologica dei personaggi, il tutto
condito da un’atmosfera di mistero. Gli episodi di Parker vanno
letti rispettando l’ordine cronologico.
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